25 Luglio 2020 - 10:50

CGIA: “500mila baby pensioni ci costano 7 miliardi all’anno”

pensioni quota 41 quota 102 quota 100

Secondo la CGIA, le baby pensioni che lo Stato elargisce costano 7 miliardi di € annui. Migliaia di ex lavoratori che ne hanno usufruito si sono ritirati

Impietoso. Una strage vera e propria. Il conteggio effettuato ieri da parte della CGIA, sul costo per le casse pubbliche derivato dalle baby pensioni, è davvero disastroso. Ne esce così fuori che lo Stato è ancora attivo nell’elargire tantissimi soldi a chi, effettivamente, si è addirittura già ritirato. La maggior parte delle persone, infatti, sono uscite dal mondo del lavoro prima del 1980 utilizzando agevolazioni di legge (all’epoca consentite). Almeno 7 miliardi di € l’anno pari allo 0,4% del PIL per circa 562mila persone.

Di queste, oltre 386mila sono costituite in massima parte da invalidi o ex dipendenti delle grandi aziende. L’ufficio degli studi della CGIA ha recuperato i dati INPS riferiti ai pensionati baby presenti nel nostro Paese. Successivamente, li ha confrontati con la dimensione economica del reddito di cittadinanza e di quota 100. Praticamente lo stesso importo previsto quest’anno per il reddito/pensione di cittadinanza. Anzi, addirittura superiore di quasi 2 miliardi della spesa necessaria nel 2020 per pagare gli assegni pensionistici a coloro che beneficeranno di Quota 100. Due misure, queste ultime, che sono nel mirino dell’Unione Europea.

Il termine baby pensioni è ovviamente informale. Non ha alcun fondamento legislativo e abbiamo deciso di racchiudere in questa categoria coloro che hanno lasciato il lavoro prima della fine del 1980. Ricordo che molti di questi impiegati hanno potuto lasciare definitivamente la scrivania dell’ufficio in età giovanissima, grazie alla legge approvata nel 1973 dal Governo allora presieduto da Mariano Rumor.” ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo.