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Che Perisic! L’esterno totale dell’Inter

Prima gli anni da ala d’attacco, poi l’anno in prestito e la trasformazione con Conte. Perisic è il giocatore più in forma dei nerazzurri

Che sia sempre stato un giocatore importante, lo sapevamo tutti. Con tantissima potenzialità e talento, e con un fisico importante che lo sempre reso atleticamente devastante. Il problema è sempre stato la sua discontinuità e la sua poca attitudine alla fase difensiva. Questo il riassunto veloce di Ivan Perisic prima dell’arrivo di Antonio Conte, due anni fa ormai, sulla panchina dell’Inter.

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L’allenatore pugliese l’ha trasformato nel vero senso della parola. Ha lavorato un diamante che per la maggior parte della sua carriera è sempre stato grezzo, e l’ha elevato al suo massimo potenziale. Il lavoro più grande fatto su Perisic è stato quello di convincerlo e motivarlo a fare l’esterno a tutta fascia. Un esercizio mentale più che fisico, che anche senza il suo mentore, ha fatto del croato un giocatore insostituibile nello scacchiere nerazzurro.

L’attacco prima di tutto

Ivan però non ha sempre giocato sulla fascia. Agli inizi era considerato una seconda punta, o una prima a seconda delle situazioni. In fondo lo suggeriva il fisico possente che l’ha sempre caratterizzato. Così prima nel Bruges poi in Germania, il ruolo di Perisic è sempre stato volto verso l’attacco. E lui ha sempre svolto quel compito anche piuttosto bene. Borussia Dortmund e Wolfsburg hanno potuto godersi un giocatore giovane e devastante, che col tempo è sempre stato piazzato più sull’esterno, diventando un’ala d’attacco.

Il suo doppio, marchio di fabbrica del croato, ha regalato non poche gioie. In Germania ha addirittura vinto prima la Bundesliga con il BVB nel 2012, e poi la DFB Pokal con i lupi nel 2015. Il suo percorso in terra teutonica pare concluso, e così avvenne infatti grazie alla chiamata dell’Inter. Nell’Agosto di quello stesso anno, Ausilio riuscirà a regalare a Mancini il giocatore ideale per la sua fascia sinistra.

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L’Inter come le Montagne Russe

Arrivato a Milano, il giocatore ha fatto subito parlare di sé. Insieme ad Icardi e Candrava ha formato il tridente titolare dell’Inter per diverse stagioni. E i suoi strappi sulla fascia sinistra erano la chiave tattica che permetteva più volte a Maurito di segnare a raffica. Ma come detto, il problema di Perisic è sempre stato il suo essere discontinuo. Alternava momenti strepitosi a lunghissime assenze mentali, e in questo modo la squadra non ha mai fatto quello step successivo per ambire a qualcosa di concreto in Italia.

Dal 2015 l’Inter ha alternato tantissimi allenatori: Mancini, De Boer, Pioli, Vecchi, Spalletti. Tutti questi hanno sempre fatto giocare il croato nella sua comfort zone. Nessuno di loro è mai riuscito a smuovere Perisic dal ruolo che egli stesso ormai si era costruito intorno a sé. E solo con l’arrivo di Conte qualcosa ha iniziato a cambiare.

L’esilio e l’abbraccio al figliol prodigo

Il tecnico leccese al suo arrivo decise di cambiare sistema di gioco. Abbandonò il vecchio 4-3-3 usato dall’Inter, per utilizzare il suo marchio di fabbrica: il 3-5-2. Un modulo che prevedeva due punte fisse ed due esterni a tutta fascia che partivano dalla linea di centrocampo e che avevano il compito di inserirsi in attacco o retrocedere in difesa a seconda delle occasioni. Un lavorone insomma per i giocatori impiegati ai lati del campo. Da subito il pensiero di vedere un Perisic così strideva con ciò che ha sempre fatto vedere a Milano. La sua fisicità e il suo atletismo lo avrebbero reso perfetto per il ruolo di Conte, ma la testa e la svogliatezza lo resero inutilizzabile in quel ruolo. Così, una volta bocciato anche come seconda punta, la società decise di prestarlo per un anno al Bayern Monaco.

Con i bavaresi, Perisic riuscì a conquistare l’unico trofeo che ancora gli mancava. Quella Champions League che era impossibile da giocare competitivamente all’Inter. Finita la stagione però, il croato tornò a Milano, dove decise questa volta di voler provare a cambiare sé stesso. Nella stagione 2020-21 Perisic si consegnò totalmente alle idee tattiche di Conte, e grazie a lui, e alle sue nuove motivazioni, riuscì a conquistare finalmente lo scudetto.

L’esterno definitivo

Oggi Conte non è più all’Inter. Al suo posto si è seduto sulla panchina Simone Inzaghi, altro estimatore del 3-5-2. Anche con lui il registro non è cambiato, il gioco dell’Inter ormai è stato consolidato. E in questo modo Ivan Perisic a potuto crescere in modo esponenziale. Unendo tanta corsa alla sua elevata resistenza fisica e alla pericolosità in attacco, il croato oggi è il giocatore più in forma della rosa meneghina.

E anche dopo l’addio di Hakimi quest’anno, la fascia sinistra è diventata il settore più importante di gioco grazie a lui. Se poi uniamo il rapporto offensivo a quello difensivo, con delle chiusure e diagonali da vero terzino, ci rendiamo conto della crescita del giocatore. A 32 anni, Perisic è in scadenza contrattuale con l’Inter, ma sembra impossibile che i nerazzurri decidano di privarsi di lui. Vedremo gli sviluppi per un giocatore che non smette mai di avanzare.

Antonio Di Mita

Sono un pluriomicida di serie tv e film. Conoscitore mainstream di anime e manga, soffro gravemente di un'inguaribile passione calcistica e di sport in generale, con un fetish innato per la mitologia di qualsiasi etnia. Mi piace scoprire culture diverse dalla nostra, e scoprire filosofie distanti, anche attraverso.

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