Cina, il Partito Comunista Cinese abolisce la legge del figlio unico
Svolta demografica della Cina, da Pechino una legge che cancella il precedente e obsoleto provvedimento
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La Cina abolisce la politica del figlio unico, un provvedimento adottato dal regime comunista e introdotto da Deng Xiao Ping nel 1978, in vigore dal 1980, per controllare l’aumento demografico e ad annunciarlo è stata l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua Ribao con un comunicato di stamane.
La decisione di abolire la legge è stata presa dal comitato centrale del Partito Comunista Cinese, che ha concluso oggi a Pechino la sua quinta riunione plenaria, tale abrogazione prevede quindi che ogni coppia potrà avere almeno due figli.
Il precedente provvedimento aveva già a suo tempo scatenato polemiche, ma si era dimostrato inadeguato alla particolare congiuntura sociale ed economica del gigante asiatico, ma non solo, il provvedimento era stato denunciato anche dalle organizzazioni a tutela dei diritti umani, poichè imponeva aborti forzati anche a donne in avanzato stato di gravidanza e copiosi abbandoni di figli secondogeniti, inoltre per coloro che eludevano la legge erano comminate multe decisamente alte.
La decisione di abrogare la legge sul figlio unico è scaturita anche dalle ricerche di esperti che avevano segnalato un rallentamento della crescita della popolazione più rapida del previsto.
La Cina con una nuova legge che bilanci l’andamento demografico e lo status quo socio-economico del Paese dà un definitivo colpo di spugna ad un contestatissimo ed inadeguato provvedimento legislativo in materia demografica e di controllo delle nascite, d’altronde la Cina è pur sempre il “paese del drago” che è simbolo dell’abbondanza e della prosperità.
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