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Una svolta storica, a dir poco epocale. Il ministero dell’Agricoltura della Cina ha pubblicato una bozza di legge sul riordino delle risorse alimentari. La parte principale del provvedimento contiene l’elenco del bestiame, dai maiali al pollame, che può essere allevato per finire nella catena alimentare. Nella lista, però, da oggi, non figureranno più né i cani né i gatti. In realtà, non erano mai stati inseriti non erano mai stati inseriti nel catalogo ministeriale.
“Con il progresso della civiltà e le preoccupazioni della gente per la protezione della natura, i cani non sono più considerati solo animali domestici, ma compagni dell’uomo, come nel resto del mondo.” ha dichiarato il legislatore cinese. La legge ora è aperta alla consultazione popolare per 18 giorni. Successivamente passerà al Congresso del Popolo. Questa è la consuetudine in Cina: ma avendo il timbro ministeriale non sembrano possibili ripensamenti.
La grande città di Shenzhen il mese scorso ha aperto la strada, vietando il commercio e il consumo di carne di cane e gatto a partire dal primo Maggio. Ci si chiede ora se la legge di Pechino arriverà in tempo per fermare la strage di Yulin. Un festival in cui la mattanza dei cani e dei gatti è all’ordine del giorno.
“Una svolta davvero storica. La stragrande maggioranza dei cittadini cinesi sostiene da tempo il divieto di mangiare carne di cane.” ha commentato Michela Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.
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