29 Novembre 2015 - 22:46

Clima, manifestazioni e presidi in tutto il mondo

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Clima: in tutto il mondo si stanno svolgendo manifestazioni, cortei e presidi per chiedere delle azioni politiche precise che contrastino il cambiamento che stiamo vivendo

Lunedì prenderà il via a Parigi la “Cop21“, la ventunesima conferenza mondiale a cui parteciperanno 196 tra Capi di Stato e di Governo e delegati sull’ambiente, che avrà come argomento la ricerca di metodologie per “contenere e ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera e contrastare così il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici“.

11 giorni di dibattiti, incontri e negoziati dove l’argomento centrale sarà il clima, salvaguardarlo e proteggere il pianeta deve essere un obiettivo primario da non sacrificare sull’altare dello sviluppo economico e industriale.

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Parigi

In virtù di questo cruciale appuntamento, in tutto il mondo, si sono svolte e si stanno svolgendo manifestazioni, cortei e presidi per chiedere delle azioni politiche precise che contrastino il cambiamento climatico che stiamo vivendo.

Ad inaugurare il ciclo di marce è stata, venerdì, Melbourne: nella città australiana quasi 50 mila cittadini hanno manifestato pacificamente con striscioni e cori. Si sono unite poi a questo grande corteo le città di Seoul, Rio de Janeiro, New York, Mexico City, Berlino, Johannesburg, Madrid, Edimburgo e tante altre ancora.

Curioso ciò che è avvenuto nelle scorse ore a Parigi, dove la “marcia per il clima” è
stata vietata per motivi di ordine pubblico, ma i cittadini hanno voluto lasciare le loro scarpe nella piazza dove si sarebbe dovuta svolgere la manifestazione, al fine di far sentire, in maniera curiosa ed efficace, la loro voce.

Non sono mancati, purtroppo, tafferugli tra alcuni manifestanti e la polizia francese.

In Italia si sta svolgendo in queste ore la “marcia per il clima” a Roma, che ha preso il via alle ore 14:00 da piazza Campo dei Fiori e si concluderà alle 17:00 ai Fori Imperiali dove ci sarà un grande “concerto per il clima”

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Roma

A rendere infuocato il dibattito che inizierà lunedì a Parigi, oltre che i quasi 2 milioni di manifestanti sparsi per il mondo, ci ha pensato il Presidente della Repubblica della Bolivia Evo Morales che, nel corso della “World People’s Conference on Climate Change“, svoltasi a Tiquipaya lo scorso ottobre, ha dichiarato: “Chiederemo l’istituzione di un Tribunale mondiale per gli stati che inquinano, il capitalismo è il cancro della madre terra

Infatti, in questa conferenza, è stato redatta la “Declaración de Tiquipaya” che conta di questi punti:

  • La creazione di un tribunale internazionale con la capacità di intervenire in maniera concreta e vincolante per prevenire, perseguire e punire gli Stati che inquinano e che causano i cambiamenti climatici per azioni od omissioni;
  • compensazioni da parte delle nazioni ricche nei confronti delle nazioni in via di sviluppo per i debiti climatici, sociali ed ecologici accumulati nel tempo;
  • il respingimento senza riserve del sistema capitalista globale e del colonialismo.

In tutto questo c’è poi da segnalare le positive esperienze in campo di energie rinnovabili da parte di Svezia e Uruguay.

Il primo, solo per l’anno solare 2016, ha stanziato 546 milioni di dollari che saranno utilizzati per incentivare la produzione di elettricità tramite fonti non fossili ed ha iniziato già dal 2005 la procedura di chiusura per tutte le centrali nucleari del paese.

Per quanto concerne il paese sudamericano, che conta però solo 3,5 milioni di abitanti, ha stabilito un primato mondiale: grazie all’attuazione della proposta dell’allora presidente Vasquez ” Politica Energetica per il 2005-2030″, oggi l’84% dell’energia elettrica consumata nel paese deriva da fonti rinnovabili.

Dalla COP21 tutti attendono risposte esaurienti sul clima, che possano unire il discorso dello sviluppo economico e la salvaguardia del pianeta.

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