5 Gennaio 2018 - 16:21

Coco – Le note non si scordano. La recensione

coco

Coco è un film d’animazione del 2017 (uscito nelle sale italiane il 28 dicembre), distribuito dalla Walt Disney, l’ultima nuova storia originale creata dalla Pixar Animation Studios

In un’era segnata dal progresso tecnologico, la quotidianità è segnata da una ricchezza di contenuti non indifferente. Tra social, cinema, televisione, il materiale audiovisivo ha trovato sempre più fornitori, produttori e consumatori.

Diventa dunque necessario, ai fini della sopravvivenza manageriale, sapersi far ricordare.

E’ su questo che punta la Pixar Animation Studios col suo 19° lungometraggio: ricordare e farsi ricordare.

Famiglia e familiarità

Coco è la storia di Miguel Rivera, un bambino di 12 anni che con la sua devota famiglia vive nella città di Santa Cecilia in Messico. Miguel sogna di diventare musicista, nonostante l’avversione dei restanti membri della sua famiglia nei confronti della musica.

Miguel mostrerà quella determinazione indispensabile per proseguire l’inseguimento di un proprio sogno. Una storia incentrata sulla passione, la voglia di realizzare i propri sogni, ma per capire cosa fare nel futuro è necessario capire appieno ciò che è passato.

Sarà dunque la famiglia un altro pilastro fondamentale della pellicola: l’unione, le tradizioni, la tramandazione di mestieri ed abitudini. Ma anche il conflitto quando una pecora nera si discosta dai più per poter suonare una chitarra.

Commovente, forse troppo.. Per i bambini?

Solitamente nell’ormai trascorso 2017, la pellicola natalizia è toccata alla Pixar. Solitamente è la Disney che sbanca nelle sale nelle vacanze di fine anno con i suoi classici, autori negli ultimi anni di una forte quanto determinante risalita per il topo.

Quest’anno la Disney si è limitata a rilasciare Le Avventure di Olaf, cortometraggio tratto dal film di successo Frozen.

Ma la Pixar e la Disney hanno dimostrato negli anni di essere molto diverse. Nonostante la Pixar sia attualmente una costola della major disneyana, la qualità indiscussa ha sempre contraddistinto le pellicole dello studio di Lasseter & Co.

E non solo dal punto di vista della CGI, ma soprattutto per quanto riguarda maturità e delicatezza.

Coco è uno dei film più commoventi della Pixar. In 109′ lo spettatore si ritroverà a ridere massimo 3 volte, commuovendosi per un numero considerevolmente maggiore.

Coco va a toccare le corde giuste dell’animo: inseguire le passioni, onorare la propria famiglia, unire il successo all’amore.

Le stesse corde che vanno a toccare Miguel, Hector ed Ernesto de la Cruz con le loro canzoni da ballare e non solo.

La Pixar dimostra ancora una volta di possedere qualità invidiabili, consacrando il genere animato come idoneo anche per film per adulti. Bastava recarsi al cinema in quest’ultima settimana: nelle sale in cui Coco era in proiezione era possibile notare circa la metà degli spettatori adulti.

 

Le note non si scordano

“Fin quando qualcuno si ricorderà di te, tu non morirai”.

E’ su un’onirica regola che si basa la pellicola. Scheletri defunti che “vivono” per essere ricordati. Che siano familiari, amanti o altri non importa. Ciò che conta è conservare foto dei non più vivi ma per farli vivere ancora.

Dìa de Muertos, festa messicana in onore ai morti, è in quella notte che si ambienta la storia di Miguel. La notte che permette ai cadaverici individui di attraversare ponti di petali per poter rivedere i propri cari.

Il viaggio a binario invertito è quello che permetterà a Miguel di scoprire com’è nata l’avversione per la musica all’interno della sua famiglia.

La Pixar continua a basare la sua narrativa attraverso il Road Movie. Un viaggio che permetterà a Miguel di conoscere il proprio passato e di riportare in vita ricordi ormai dimenticati.

Il tutto attraverso la passione ineluttabile della musica. Note che suonano e che non si scordano.

Tra i migliori film Pixar di sempre

La domanda che aleggia negli ultimi giorni sul Web e per la critica è la seguente: Coco può essere considerato tra le pellicole migliori della Pixar? La risposta è Sì.

Sì perché è familiare. Bastava restare meravigliati dal trailer negli scorsi mesi per notare una qualità indiscussa e quella solita magia targata inconfondibilmente Pixar. Ma stavolta lo studio californiano si supera. Riprende vecchie tematiche e le riporta in auge: prendere una cultura specifica ed analizzarla appieno, come era stato fatto con Ratatouille attraverso la cucina francese.

Perché c’è sentimento. Anche gli scheletri hanno sentimenti, prima di essere dimenticati per sempre. Ancora una volta la Pixar punta tutto sull’aspetto emotivo, commuovendo lo spettatore con una magia che è sbagliato attribuire al Natale.

Lee Unkrich non ci aveva deluso, anzi. Regista in precedenza di capolavori come Monsters & Co., Finding Nemo e soprattutto Toy Story 3, nota come una delle pellicole più serie di sempre della Pixar. Serietà e viaggio che ritroviamo in Coco, stavolta affiancati dai colori e dalle musiche messicane.

Sì perché la Pixar non fa musical, ma le colonne sonore funzionano sempre. Funziona Michael Giacchino (nato negli USA ma di cittadinanza italiana dal 2009) che si conferma tra i migliori compositori nel campo animato (aveva già diretto le musiche di Ratatouille e soprattutto Up che gli valse l’Oscar).

E’ un perché la Pixar prende temi semplici ma forti.

Una intensa pellicola che si classifica tra le migliori dello studio nei suoi circa 20 anni di produzione.

Un film che merita tanto e che merita di essere non solo visto, ma compreso nella sua pienezza.

Infine il titolo. Un’altra volta originale ed azzeccato (anche in questo caso ci ricorda molto Ratatouille), senza anticipare troppi dettagli, Coco è un personaggio che vedrete per un totale di 3′, ma che darà l’essenza al film.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *