3 Aprile 2018 - 08:16

Concedersi un viaggio zaino in spalla per ritrovare se stessi

concedersi un viaggio

Concedersi un viaggio zaino in spalla: per mettersi in gioco, per realizzare i propri sogni, per ritrovare se stessi, per stupirsi ancora

In tanti sognano di prendersi una lunga pausa dalla “vita normale” e concedersi un viaggio zaino in spalla, da soli, dall’altra parte del mondo; ma solo in pochi hanno poi il coraggio di farlo.

Peppe è uno di questi; ed oggi ci racconta la sua meravigliosa avventura.

Qualche mese fa hai deciso di mettere in pausa la tua “vita normale” e concederti un viaggio zaino in spalla, di ben tre mesi nel continente asiatico; ed hai scelto di farlo da solo; perchè? 

Sono un tecnico del suono e lavoro come fonico in radio e come dj, ma avevo il “pallino”dell’Asia da troppo tempo ed era arrivato il momento di partire, di realizzare questo sogno.

Viaggio molto, sia in Italia che all’estero, spesso in compagnia, ma questo era “il mio viaggio”, alla scoperta anche di me stesso, per capire dove e come potevo arrivare da solo.

Avevo voglia di essere l’unico responsabile delle mie scelte, senza essere influenzato, avevo voglia di sentirmi veramente libero.

E poi sapevo che non sarei mai stato veramente solo; lo scambio culturale è per me il reale strumento per l’esplorazione del territorio e socializzare è un verbo che mi piace tantissimo.

Come sei riuscito ad organizzare il tuo viaggio?

Non l’ho organizzato; ho acquistato solo un biglietto di andata e ritorno per Napoli, e solo una volta arrivato in Asia, giorno dopo giorno, ho sviluppato il mio itinerario.

Così facendo ho avuto la massima libertà di decidere dove e quanto restare, di poter seguire qualche “dritta”di altri viaggiatori, o semplicemente seguire l’ispirazione momentanea.

Quali sono le principali difficoltàche hai affrontato?
Il non programmare nulla “in advance” mi ha portato talvolta a dover sacrificare un po’ di tempo sul posto per pianificare il resto del viaggio: “dove andrò domani? come ci andrò? dove dormirò?”; erano queste le domande più ricorrenti, e talvolta non ho trovato la soluzione migliore o quella che avevo in mente.

Per qualche giorno, ad esempio, sono rimasto bloccato su un isola in Cambogia perché i trasporti erano tutti già prenotati; ma francamente, non mi è dispiaciuto affatto restare “imprigionato” sulla meravigliosa isola di Koh Rong Samloem.

In quali Paesi sei stato e quali invece sono le esperienze migliori che hai vissuto?

Sono stato in Thailandia, Cambogia, Vietnam e Laos e le esperienze sono state tante e delle più svariate;
le conversazioni intrattenute con monaci buddisti, l’essermi seduto a tavola più volte con persone provenienti da tutti i continenti, le navigazioni su fiumi con zattere, il mangiare cibo totalmente diverso e trovarlo squisito, imparare a suonare uno strumento etnico e l’essere stato ospitato per due giorni da una famiglia Hmong in un villaggio nel nord del Vietnam, sono probabilmente gli “highlights” di questo mio viaggio.

Partire da solo per un viaggio zaino in spalla, almeno per noi Italiani, non è una scelta da tutti; com’è stata accolta la notizia dai tuoi amici e parenti?

Ho incontrato effettivamente pochissimi italiani, ancora non ne capisco veramente il motivo, sarà forse una questione culturale.
Qualche parente ha iniziato a pregare per me, qualche amico mi vedeva come Indiana Jones, altri mi hanno dato del folle.

Sono tornato tuttavia salvo, e… più sano di prima.

Cosa hai imparato viaggiando e come senti di essere cresciuto e migliorato?

Viaggiare è crescere, capire, confrontare e scegliere.

Sono alla continua ricerca della luce ed ogni viaggio rappresenta un elemento di combustione.

Mettere alla prova il proprio spirito di adattamento poi è sempre una ottima palestra per la vita ed ogni viaggio rende più forti, sotto ogni punto di vista.

In base alla tua esperienza, cosa consiglieresti a chi vorrebbe fare la tua stessa scelta di vita?

Direi di non pensarci troppo, e partire; scoprire le bellezze del mondo e dei suoi popoli è qualcosa di cui non potersi mai pentire, a differenza del non vivere queste esperienze.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Si è vivi finché c’è un sogno.

Il mio sogno è quindi quello di continuare a sognare per tutta la vita, tra un viaggio e l’altro.

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Scritto da Annalisa Galloni

 

 

 

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