Attualità

Concorsi pubblici: ecco le modifiche della nuova riforma

Una nuova riforma ricca di contenuti. Il prossimo 14 Luglio entrerà in vigore il nuovo regolamento relativo ai concorsi pubblici del 2023. Le novità porteranno le Pubbliche Amministrazioni ad accelerare il processo burocratico e soprattutto ad incrementare le assunzioni per i prossimi tre anni. Vi saranno numerose new entry all’interno del nuovo regolamento, alcune anche per quanto concerne le partecipazioni agli stessi concorsi.

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Riforma concorsi pubblici: ecco le novità

Secondo il nuovo decreto che entrerà in vigore la prossima settimana, la riforma dei concorsi pubblici sancirà l’assunzione a tempo determinato e indeterminato nelle PA. I concorsi si svolgeranno con modalità che garantiscono l’imparzialità, l’efficienza, l’efficacia e la celerità di espletamento. Tra le tipologie selettive previste, le PA possono scegliere tra concorso per esamiconcorso per titoli ed esami, e corso-concorso.

Grazie ai recenti sviluppi che si sono avuti, ci sarà inoltre una nuova finestra temporale per la conclusione delle procedure: un massimo di 6 mesi. Queste modifiche nella gestione dei concorsi segnano un passo avanti significativo nella direzione della trasparenza e dell’efficienza.

Altro fattore importante saranno i cambiamenti significativi nei requisiti d’accesso ai concorsi. Oltre ai cittadini italiani e all’UE, ora possono partecipare ai concorsi pubblici anche le persone titolari dello status di rifugiato e i cittadini dell’UE con diritto di soggiorno o permesso di soggiorno UE di lungo periodo.

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La parità di genere e il nuovo portale

Una notevole novità, anche in tema di diritto, per quel che concerne i concorsi pubblici. La riforma infatti introduce nuove disposizioni anche per quel che riguarda la tutela della parità di genere. Il bando di concorso deve ora indicare la percentuale di rappresentatività dei generi nell’Amministrazione che lo bandisce. Nel caso in cui la differenza percentuale di rappresentatività tra i generi sia superiore al 30%, a parità di titoli e meriti, si darà precedenza al genere meno rappresentato.

L’accesso ai concorsi pubblici, inoltre, ora è possibile solo tramite il portale del reclutamento InPA. Questo rappresenta una delle principali innovazioni della recente riforma. Il processo di digitalizzazione è entrato in vigore il 1° Novembre 2022, rendendo inPA l’unico strumento per l’accesso ai concorsi delle Amministrazioni Pubbliche Centrali, quali Ministeri e Agenzie fiscali.

In seguito, dal 1° Giugno 2023, tutte le altre entità pubbliche, inclusi enti locali, ASL, Università e enti di ricerca, sono obbligate ad utilizzare il portale per la pubblicazione dei bandi e la presentazione delle domande. È importante sottolineare che, dal 1° Giugno 2023, i bandi di concorso saranno pubblicati su InPA e sul sito web dell’ente che bandisce il concorso. Non c’è più l’obbligo di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Riforma concorsi pubblici: no prove orali

La riforma dei concorsi pubblici, voluta dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, prevede un accorciamento delle procedure pubbliche a 6 mesi. Alcuni di questi contenuti hanno avuto l’approvazione tramite il decreto. Altri invece sono arrivati sotto forma di emendamenti, stabilendo che, fino alla fine di Dicembre 2026, i bandi di concorso possono prevedere lo svolgimento della prova scritta per tutti i profili della pubblica amministrazione.

Le prove scritte saranno svolte in modalità digitale e non possono essere modificate o modificabili.

Concorsi su base territoriale

Un’altra novità riguarda l’implementazione dei concorsi su base territoriale. La riforma dei concorsi pubblici prevede che i candidati non possano presentare domanda di partecipazione per più di un profilo oggetto del bando e, rispetto a tale profilo, per più di un ambito territoriale. Questo significa che un candidato partecipante a un concorso dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate, dovrà specificare per quale regione o città si candida e non potrà presentare domanda anche per altri territori.

Composizione delle commissioni esaminatrici

La riforma per i concorsi pubblici ha introdotto dettagli specifici sulla composizione delle commissioni esaminatrici, che ora includono diverse figure professionali. La novità interessante è l’inclusione di specialisti in psicologia e risorse umane nelle commissioni. Inoltre, le commissioni possono ora svolgere i loro lavori in modalità telematica, rispettando il principio di parità di genere.

La norma taglia-idonei: una svolta per i candidati ai concorsi pubblici

La riforma dei concorsi pubblici introduce anche una norma “taglia-idonei”, secondo la quale solo i candidati che rientrano nel 20 per cento dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi potranno fregiarsi di questa qualifica.

Inoltre, è prevista una riserva del 15 per cento nei concorsi pubblici per i volontari “che abbiano concluso il servizio civile universale senza demerito”.

L’iter normativo

L’iter normativo della riforma dei concorsi pubblici ha avuto inizio con il Decreto PNRR 2, che è stato successivamente convertito in legge. Questa riforma, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 150 del 29 giugno 2022 come Legge n. 79 del 29 giugno 2022, introduce nuove regole che puntano a premiare il merito e valorizzare i percorsi formativi e i titoli di studio nelle PA.

A seguire, il 5 ottobre 2022, il Consiglio dei Ministri, all’epoca presieduto dall’ex Premier Mario Draghi, ha approvato lo schema di un Decreto del Presidente della Repubblica che prevede una revisione organica del DPR 487 del 1994 sui concorsi pubblici.

La Riforma dei Concorsi Pubblici 2023 è diventata realtà con la pubblicazione del DPR n.82 nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.150 del 29 Giugno 2023. Il nuovo Regolamento Concorsi Pubblici contenuto nel DPR entrerà in vigore il 14 Luglio 2023, ovvero 15 giorni dopo la pubblicazione in GU.

I perché della riforma

La riforma dei concorsi pubblici ha avuto la sua origine da una serie di problemi nel processo di assunzione nel settore pubblico. Un dato rilevante è che il 20% dei vincitori rinuncia quando viene offerto un posto a tempo indeterminato, mentre la percentuale sale addirittura al 50% se la posizione offerta è a tempo determinato.

Quasi metà dei candidati (il 41,5%) ha presentato domanda per più di una selezione pubblica tra il 1° gennaio 2021 e il 30 giugno 2022. Questi concorsisti hanno un’età media di poco più di 40 anni, la maggior parte di loro ha una laurea in giurisprudenza (il 43%), e due terzi risiedono nelle regioni del Mezzogiorno. Le donne rappresentano più della metà dei candidati.

Il rapporto tra candidati e posti vacanti ha però subito una riduzione significativa. Oggi, per ogni posto disponibile, si presentano in media 40 candidati, a confronto dei 200 del 2019. Questo calo del numero di candidati rappresenta un campanello d’allarme per la Pubblica amministrazione, che ha un disperato bisogno di nuove assunzioni per mantenere l’operatività degli enti, considerando che da qui al 2033 oltre un milione di dipendenti statali sarà costretto a lasciare il lavoro per raggiunti limiti di età.

L’obiettivo della riforma è quello di migliorare il processo d’assunzione e rendere più attraenti le posizioni per i possibili candidati.

Antonio Jr. Orrico

Studente al terzo anno di Scienze della Comunicazione, con una passione innata per il giornalismo, per la scrittura, per la lettura e per la musica.

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