Coronavirus, direttrice laboratorio Sacco di Milano: “Stiamo scambiando un’influenza per una pandemia globale”
La direttrice responsabile del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, con un post su Facebook riguardo l’allarme Coronavirus: “Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Vi prego abbassate i toni!”
L’arrivo del contagio del Coronavirus anche in Italia sta alzando molto la guardia e l’allerta degli italiani, in particolar modo nel Settentrione della Penisola dove si sono sviluppati i primi focolai del virus in alcuni comuni della Lombardia e del Piemonte.
A voler fare luce e a rassicurare gli italiani sul caso, cercando di non creare ulteriori allarmismi è stata la Dott.ssa Maria Rita Gismondo, Direttore Responsabile Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze del Laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano in cui vengono analizzati da giorni i campioni di possibili casi di Covid-19.
“Il nostro laboratorio ha sfornato esami tutta la notte. In continuazione arrivano campioni. A me sembra una follia. – Scrive questa mattina su Facebook la dottoressa riguardo il Coronavirus – Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri. Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico. I miei angeli sono stremati. Corro a portar loro la colazione. Oggi la mia domenica sarà al Sacco. Vi prego, abbassate i toni!”
Prima del commento di questa mattina la dottoressa Gismondo ieri ha pubblicato qualche riflessione: “Il presunto (poi smentito) paziente zero è arrivato in Italia quando i voli diretti non erano ancora stati interrotti. In Italia si è fatto davvero tutto per evitare l’ingresso del virus e dobbiamo riconoscerlo. Adesso è arrivato, è vero, perché il panico? Piuttosto stupore. Ci sono molte cose che non riesco a spiegare. Prima riflessione. Il paziente zero è stato sempre negativo per il virus ma anche negativo per anticorpi. Prova inconfutabile che non è mai stato infettato. Se non è il paziente zero, come ha fatto ad infettare i suoi contatti? In Veneto sono comparsi casi positivi. Da quale contatto? C’è un unico soggetto all’origine dei due focolai?”
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