12 Aprile 2020 - 19:03

Coronavirus, l’AIFA approva la cura con eparina

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Anche l’eparina può essere utilizzata come farmaco per la cura del coronavirus: l’AIFA approva la somministrazione. Vediamo di cosa si tratta

È recente la notizia di un farmaco già conosciuto e ampiamente utilizzato che sta avendo ottimi riscontri per quanto riguarda la cura per il coronavirus. Si tratta dell’eparina a basso peso molecolare (EBPM) che è risultata, sulla base di dati clinici condotti su 415 casi consecutivi di polmonite grave in corso di COVID-19, avere un effetto sia profilattico che terapeutico per un certo target di pazienti.

Per capire in che modo anche l’eparina rientra tra i farmaci approvati dall’AIFA per la cura di Covid-19, è necessario chiarire gli stadi della stessa malattia. Il virus inizialmente si replica all’interno delle cellule, provocando malessere generale, febbre e tosse secca. Se la malattia non termina in questa prima fase, il peggioramento del quadro clinico può portare ad alterazioni morfologiche e funzionali a livello polmonare, con il sopraggiungere di una polmonite interstiziale che causa una ridotta percentuale di ossigeno a livello ematico. Una terza fase della malattia, la più grave, prevede anche una cosiddetta tempesta citochinica ed uno stato iperinfiammatorio a livello polmonare con lesioni causate da trombizzazione dei piccoli vasi.

Cos’è l’eparina a basso peso molecolare

L’eparina è un farmaco ampiamente utilizzato nei casi di patologia acuta e mobilità ridotta, nella trombosi venosa profonda, nell’embolia polmonare e nel tromboembolismo venoso post chirurgico. In questi casi è necessario bloccare i processi di coagulazione del sangue andando a potenziare i meccanismi di controllo fisiologici della coagulazione. In particolare, l’eparina interagisce con un particolare fattore della coagulazione chiamato antitrombina-III.

Eparina e Covid-19

Stando a quanto riportato dal sito dell’AIFA, l’utilizzo di EBPM nei pazienti affetti da coronavirus, può essere esplicato in due diversi contesti:

  • nella fase iniziale della malattia quando è presente una polmonite e si determina una
    ipomobilità del paziente con allettamento. In questa fase l’EBPM dovrà essere utilizzata
    a dose profilattica allo scopo di prevenire il tromboembolismo venoso;
  • nella fase più avanzata, in pazienti ricoverati per contenere i fenomeni trombotici a
    partenza dal circolo polmonare come conseguenza dell’iperinfiammazione.
    In tale caso le EBPM dovranno essere utilizzate a dosi terapeutiche.

Attualmente non ci sono forti evidenze scientifiche che vedono l’eparina come cura effettiva al coronavirus. Tuttavia, tenuto conto dei risultati positivi, l’AIFA ha inserito anche questo farmaco nella lista di molecole che il medico può adottare nella cura dei pazienti.