Coronavirus: il farmaco usato in Giappone funziona?
Il Coronavirus ha messo in ginocchio gran parte del mondo a causa dell’assenza di un vaccino o una cura già sperimentata. Contrastare il virus è la sfida del comparto scientifico che intanto risponde con la quarantena. Dal web emerge il filmato di un farmaco usato in Giappone. Potrebbe essere efficace?
Un farmaco antinfluenzale in commercio in Giappone dal 2014, sarebbe in grado di contrastare il Coronavirus. Un video sul web mostra come il farmaco detto Avigan, riesca ad ottenere degli effetti contro l’avanzamento del virus. Tuttavia il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli USA e non c’è evidenza scientifica che funzioni.
Eppure la Regione Veneto lo vuole. Il governatore, Luca Zaia ha espresso la volontà di avviare la sperimentazione del farmaco. A frenare l’entusiasmo di Zaia ci pensa l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha avvierà, da oggi, la valutazione ma precisa: “Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Non ci sono prove di efficacia”.
Domani mattina, la commissione tecnico-scientifica di verifica di Aifa partirà con l’analisi e con la definizione dell’antivirale usato in Giappone. Le pratiche di accertamento sanitario sono dovute ad un protocollo terapeutico necessario. Si tratta solo di un campo di prova, ma è una notizia che arriva come una buona boccata di ossigeno.
Ed è sempre l’Aifa a precisare in una nota che “ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19“. Quello che è nelle mani della comunità scientifica però, è un dato confortante. I dati disponibili mostrano infatti una potenziale attività di Favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue.
Tuttavia a mancare sono i dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia, dice ancora l’Aifa. L’agenzia mette inoltre in guardia contro le fake news del web, annunciando di procedere avie legali. Richiama alla prudenza sul trattamento delle notizie sulle terapie anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. “Un conto è parlare di possibili opzioni da testare e validare, un altro è definire queste opzioni come soluzione del problema Covid“.
Sulla base di queste presunte o effettive verità scientifiche, nella lotta contro il Coronavirus, si muove anche l’EMA. L ‘Agenzia per i medicinali, sta valutando 20 nuovi farmaci e 35 vaccini. E in questo scenario di continua attività si strizza l’occhio all’Italia. “Vanno eseguiti studi come sta facendo l’Italia. Ovvero su vasti numeri, come per il farmaco contro l’artrite reumatoide, che in un mese darà dati credibili”.
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