Coronavirus, il paziente zero respira autonomamente
Buone notizie sul Coronavirus. Infatti il 38enne “paziente uno” non è più in terapia intensiva: “Respira autonomamente”
Le notizie sul Coronavirus continuano ad allarmare il mondo e soprattutto l’Italia. Nel frattempo, fortunatamente, arriva anche qualche novità a donare speranza.
Infatti non è più in terapia intensiva Mattia M., il 38enne di Codogno considerato il “paziente uno” del focolaio italiano di Coronavirus. I medici hanno trasferito l’uomo in terapia sub intensiva e non è più intubato. Resta ricoverato al San Matteo di Pavia, dove si trova dallo scorso 21 febbraio. Da qualche giorno anche sua moglie,incinta di 8 mesi, ha avuto il permesso di tornare a casa, anche lei contagiata e ricoverata all’ospedale Sacco di Milano.
“È stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. È stato ‘stubato’ in quanto ha iniziato a respirare autonomamente”, ha confermato l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera. Dopo oltre venti giorni in condizioni gravi, nelle ultime ore ha fatto registrare un significativo miglioramento. I medici del Policlinico pavese ritengono che la ripresa della respirazione in autonoma possa rappresentare il primo passo verso la guarigione.
Il caso
Il caso di Mattia M., 38 anni, ha aperto l’emergenza Coronavirus in Italia. Il 38enne si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno il 18 febbraio e i dottori gli avevano diagnosticato una lieve polmonite. Quindi era tornato a casa. Poco dopo si era ripresentato in ospedale “per un peggioramento dei sintomi”, secondo quanto ricostruito dall’azienda ospedaliera, ed era stato ricoverato nel reparto di medicina. Un ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche “ha determinato l’intervento del rianimatore la mattina del 20 febbraio e il contestuale ricovero in rianimazione”.
Solo a questo punto la moglie del 38enne avrebbe informato l’anestesista di una cena, svoltasi a fine gennaio, dove era presente un amico rientrato dalla Cina.
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