27 Marzo 2020 - 11:28

L’emergenza Coronavirus inasprisce i rapporti tra Italia ed Europa

conte, decreto ristoro DPCM Lombardia

Nelle conclusioni del vertice in videoconferenza si riesce a strappare un debole compromesso. L’emergenza Coronavirus rischia di rompere l’Unione Europea

Dopo ore drammatiche in cui l’attesissimo Consiglio europeo sembrava destinato a concludersi con lo strappo del premier italiano Giuseppe Conte, intenzionato a non firmare le dichiarazioni finali, i leader Ue hanno trovato un accordo di compromesso. Ma nonostante l’evidente emergenza è solo un rinvio, di ben due settimane al termine delle quali l’Eurogruppo – che solo due giorni fa aveva deciso di non decidere passando la palla al Consiglio – dovrà “presentare proposte” alla luce della “natura senza precedenti dello “choc coronavirus”.

Ancora nulla di fatto, nessun riferimento al Mes o ai tanto attesi titoli Eurobond, rinominati Coronabond. Ancora nulla di compiuto mentre le economie dei Paesi maggiormente colpiti soffrono.

“La nostra risposta deve essere rafforzata, come necessario, con azioni ulteriori in modo inclusivo alla luce degli sviluppi, per finalizzare una risposta esauriente“, è la formula utilizzata. “Siamo pronti a fare tutto quel che serve” per fronteggiare l’impatto economico dell’epidemia, ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel durante la conferenza stampa insieme a Ursula von der Leyen. Ma “dobbiamo continuare i nostri sforzi con l’Eurogruppo”. Tanti slogan ma nel pratico nulla di compiuto.

Eurobond contro il Coronavirus: cosa sono

Gli Eurobond sono titoli di stato comunitari garantiti dalla banca europea degli investimenti o da altri organi creditizi che non siano la banca centrale Europea. Si tratta di obbligazioni che essendo “comuni” non appartengono a nessun Stato membro e quindi non vanno chieste in “prestito”. Anzi, queste, ma possono essere messe a disposizione di chi ha bisogno per immettere liquidità nel circuito nazionale.

A premere per l’immissione degli Eurobond sono soprattutto i paesi quali Italia, Spagna e Francia maggiormente colpiti dalla pandemia. Accanto ai Paesi menzionati si pongono Irlanda, Grecia, Portogallo, Lussemburgo e Slovenia che hanno chiesto l’emissione di “uno strumento di debito comune“.

Ad opporsi principalmente Germania e Olanda, tra le economie più forti dell’Europa. “Non abbiamo parlato nello specifico delle condizioni del Mes”, ha detto dal canto suo Angela Merkel in una conferenza rivolta ai cittadini tedeschi. La cancelliera – ha ribadito che rispetto a chi immagina i coronabond “dal punto di vista tedesco noi preferiamo il Mes, come strumento, che è stato fatto per le crisi”.

La posizione di Conte

Conte durante la videoconferenza ha intimato di non firmare la bozza di conclusioni.Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno“. Il premier Conte in accordo con il presidente del Consiglio spagnolo Pedro Sanchez, intendeva chiedere ai presidenti di Commissione Ue, Consiglio Ue, Europarlamento, Bce ed Eurogruppo di elaborare entro 10 giorni una soluzione da proporre ai capi di Stato. Invece a occuparsene saranno di nuovo i soli ministri delle Finanze.

Conte ha escluso la possibilità di poter affrontare l’emergenza coronavirus con lo stesso strumento utilizzato per i prestiti alla Grecia durante la sua crisi del debito. 

Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico strumenti elaborati in passato, costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici e tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?”, è stato il suo messaggio.