24 Marzo 2020 - 12:32

Coronavirus, Maldini: “In famiglia forse l’abbiamo avuto tutti”

Paolo Maldini parla della sua lotta contro il Coronavirus: “Sto bene, il peggio è passato”. Secondo il dirigente milanista il calcio doveva fermarsi prima

Intervistato dal Corriere della Sera Paolo Maldini racconta come sta affrontando il Coronavirus e come la sua famiglia ha reagito alla malattia. Non mancano però frecciatine sul campionato e il ritardo con cui si sono prese le decisioni.

“Sto abbastanza bene, il peggio è passato. Ho ancora un po’ di tosse secca, ho perso gusto e olfatto.” inizia con queste rassicurazioni Maldini, che poi precisa “Non so da chi l’ho preso. Mia moglie ha avuto un’influenza molto lunga e strana, è stata a letto tre settimane.  verso metà febbraio, Christian, che ha 23 anni e vive con noi, ha avuto una brutta influenza. Mia moglie e Christian hanno fatto il tampone e sono negativi, ma siamo convinti che pure loro abbiano preso il Coronavirus e ne siano già usciti.”

Maldini poi chiarisce sul come sia arrivato a sottoporsi al tampone e il relativo ritardo:All’inizio non è stato possibile fare il tampone, perché i miei sintomi per quanto forti potevano essere quelli di una normale influenza. Poi ho scoperto che un amico, che avevo incontrato il 23 febbraio, era positivo come un’altra persona che lavora con me. Alla fine sono venuti i medici della Asl con guanti e mascherine, era martedì scorso e dopo due giorni è arrivato il verdetto: positivo”. 

Il dirigente del Milan ci tiene, poi, a lanciare una frecciatina a coloro che hanno consentito le partite a porte aperte in condizioni di emergenza, basti pensare a Atalanta-Valencia che è stata definita dai virologi una bomba biologica: “Il calcio doveva fermarsi prima, è stata una follia giocare a porte aperte Liverpool-Atletico Madrid. Un finale di campionato ci deve essere e ci sarà, ma quando non possiamo dirlo ora. Non dobbiamo avere fretta, non ci si rimette in due giorni da questo virus. Tutti i calciatori devono avere il tempo di riprendersi e allenarsi, prima di tornare a giocare saranno necessarie almeno due settimane di preparazione”.