Coronavirus, buoni risultati da un vaccino cinese. Bene anche il remdesivir

Risultati incoraggianti giungono dalla Cina in tema coronavirus: un vaccino in fase di sperimentazione sta dando risultati incoraggianti. Pronti per la fase 2 del protocollo

La ricerca di una cura efficace contro il coronavirus sta compiendo passi da gigante. Finalmente, dopo diversi mesi dallo scoppio dell’epidemia in Cina ed in Europa, viene pubblicato sull’autorevole rivista scientifica, il New England Journal of Medicine, uno studio controllato e randomizzato sull’efficacia del farmaco antivirale remdesivir. Come riportato da Medical Facts, lo studio ha preso in esame la cartella clinica di 1000 pazienti, suddivisi in un gruppo a cui veniva somministrato il farmaco ed uno placebo.

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In questo modo, il team di ricercatori che ha organizzato lo studio ha potuto appurare i reali effetti del farmaco facendo dei confronti con il gruppo di controllo. Nei pazienti curati con remdesivir – aventi tutti una simile cartella clinica per non falsare i risultati – è diminuita la mortalità (il 7% anziché il 12%) e la guarigione è avvenuta in 11 giorni anziché in 14. Sebbene i risultati possano non sembrare così importanti, questo studio rappresenta in primo vero avamposto nella cura al Covid-19.

L’altro fronte della ricerca prevede la scoperta di un vaccino efficace che avrebbe il compito di debellare definitivamente il coronavirus.

Buoni risultati da un vaccino cinese

Ottime notizie arrivano da un articolo pubblicato su un’altra importante rivista scientifica, il Lancet. Un gruppo di ricercatori cinesi ha reso noti i risultati ottenuti dalla prima fase sperimentale di un vaccino contro il coronavirus. Alla base di questo farmaco, l’utilizzo di un adenovirus non replicante: si tratta, difatti, dell’involucro di un virus dal quale spuntano le ormai famose proteine Spike. Sono proprio queste le responsabili della risposta immune da parte dell’organismo.

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Dalla prima fase sperimentale del vaccino contro il coronavirus è emerso che il 75% dei pazienti aveva sviluppato anticorpi neutralizzanti. Bisognerà poi valutare quanto questi anticorpi permangono nel tempo. In questa prima fase gli scienziati hanno valutato alcuni parametri, come la risposta cellulo-mediata, e l’esatto dosaggio di vaccino da somministrare ai pazienti della successiva fase di sperimentazione.

Guido Isacco

Giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti-Sezione Campania. Appassionato di scienza, arte e attualità. Collaboratore presso ZON.it, per il quale cura principalmente la rubrica HealthZon.

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