Coronavirus, USA accusa Cina di aver diffuso il virus da un laboratorio
Il governo americano accusa la Cina di essersi fatti “sfuggire” il coronavirus da un laboratorio di massima sicurezza. Esistono prove al riguardo?
Già agli inizi di questa pandemia, i rapporti tra Washington e Pechino si sono inaspriti. Gli americani hanno sin da subito accusato i colleghi cinesi di essersi fatti scappare il nuovo coronavirus, responsabile di Covid-19, dal laboratorio di massima sicurezza Wuhan Institute of Virology (WIV). Se, tuttavia, inizialmente l’accusa riguardava la creazione ex novo dell’agente virale, adesso l’attenzione si focalizza solo sulla possibilità di una disattenzione che ha scatenato l’ascesa dei contagi.
Bisogna tener conto che esistono quattro tipi di laboratori che si occupano dello studio di virus e batteri. Ognuno di questi è caratterizzato da un livello di biosicurezza che va da 1 a 4. Il laboratorio in questione, possiede un livello di biosicurezza BLS-4, il massimo possibile, in cui vengono trattati agenti potenzialmente letali, poco conosciuti e senza cura. Per questo motivo, all’interno di queste strutture sono presenti una serie di precauzioni quali mascherine, docce ed indumenti protettivi, volte al contenimento delle infezioni.
Prove inesistenti
Tuttavia, come è facile immaginare, è possibile – seppur improbabile – che a causa di una disattenzione uno dei tecnici si sia infettato ed abbia portato il coronavirus all’esterno. È proprio questa l’accusa mossa alla Cina da parte degli americani, ed è proprio questo su cui gli stessi americani stanno indagando. Al momento, le prove di quanto appena detto sono inesistenti, o quanto meno non sono state rese note e per questo l’unica ipotesi accertata è l’origine naturale del SARS-CoV-2 e il passaggio da una specie animale all’uomo. Per maggiori informazioni sull’origine del coronavirus, ecco un articolo dedicato e approfondito.
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