16 Marzo 2020 - 19:23

Coronavirus: Il Nih di Seattle sperimenta un vaccino sull’uomo

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Il Nih di Seattle avvierà la sperimentazione sull’uomo di un vaccino contro il Coronavirus a base di RNA: alcuni altri studi

Il National Institute of Health di Seattle fa sapere che avvierà la sperimentazione di un potenziale vaccino contro il coronavirus: i test sull’uomo coinvolgeranno circa 45 volontari sani.

Il vaccino, nella sperimentazione del quale il Nih è affiancato dalla startup in biotecnologie del Massachussetts, Moderna, si chiama mRna-1273: l’obiettivo di questa prima fase è verificare che esso non abbia effetti collaterali di rilievo e, se tutto filasse liscio, in 3-4 mesi si potrebbe procedere allo sviluppo e all’applicazione di una cura contro il Covid19.

Mentre le voci più autorevoli della sanità americana chiariscono che, in ogni caso, almeno fino a 18 mesi per convalidare la cura, proviamo a capire come dovrebbe funzionare mRna1273: come già il nome suggerisce, la base di partenza dovrebbe essere materiale genetico grezzo (l’RNA, in questo caso) che, una volta iniettato, dovrebbe iniziare a produrre proteine virali che il sistema immunitario dovrebbe riconoscere e quindi poter combattere.

Altra base di partenza può essere invece il DNA: in questa direzione sta lavorando la Inovio Pharmaceutica che a San Diego ha già iniziato la sperimentazione e la produzione su piccola scala di un potenziale vaccino contro il Coronavirus.

Gli studi clinici in Usa, Corea e Cina partiranno ad Aprile con l’obiettivo di allargarli entro la fine dell’anno avendo a disposizione 1 milione di dosi.

Altre speranze di cura arrivano dall’istituto di ricerca israeliano Migal, i cui studiosi hanno detto di essere pronti a produrre un vaccino orale in 8-10 settimane (dopo le opportune verifiche di sicurezza), e dalla biologia sintetica tramite la quale si potrebbero assemblare diversi tipi di vaccini che rispondano alla mutazione del ceppo patogeno; ricordiamo, infatti, che Covid-19 appartiene alla stessa “famiglia” di Sars e Mers. Studio, quest’ultimo, mirato addirittura alla progettazione di un virus universale contro il Coronavirus.