5 Aprile 2020 - 11:27

Coronavirus, Vespignani: “Non si torna alla normalità prima di giugno”

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Il fisico Alessandro Vespignani ha analizzato la situazione Coronavirus in Italia: “Per tornare alla normalità non se ne parla prima di giugno o luglio”

La fine del Coronavirus in Italia? Non si tornerà alla normalità prima di giugno o luglio“. Così Alessandro Vespignani, fisico 55enne romano, direttore del «Laboratory for the modeling of biological and Socio-technical Systems», alla Northeastern University di Boston, ha ‘sentenziato’ sull’epidemia che sta colpendo il nostro Paese.

Intervista dal Corriere della Sera, Vespignani ha spiegato: “Bisogna dire le cose come stanno per il bene degli italiani, anche se è una verità scomoda. Il Paese è in ginocchio e non possiamo immaginare di ritornare alla normalità prima dell’estate. Dobbiamo prendere l’esempio della Corea del Sud, dobbiamo essere in grado di mantenere le dovute cautele di distanza sociale“.

Sui tamponi, Vespignani dice: “Bisogna tracciare bene i casi positivi, effettuare i test per isolare le persone infettate ed occorre fare tamponi porta a porta“.

Invece sui calcoli di contagiati e deceduti in Italia, Vespignani precisa: È sbagliato che venga seguito il dato giorno per giorno, bisogna fare un confronto settimanale per tracciare un bilancio. I dati possono essere ancora alti perché ci sono Regioni che adesso stanno aumentando i tamponi, c’è bisogno di pazienza. Sui decessi, non bisogna contare i morti in base al rapporto con i casi positivi. Anche qui andrebbe fatto un confronto particolare, mettendo da una parte i contagi di 20 giorni prima e da lì mettere il numero delle persone decedute a confronto. In Italia l’età media dei deceduti è 80 anni, ma ci sono anche persone di 60 ospedalizzate, qui è a rischio anche la fascia più ‘giovane‘”.