Una statistica rassicurante, ma non troppo. Può la nona potenza economica mondiale accontentarsi di un 53° posto in graduatoria? La risposta è semplice, ed è no. L’Italia sta compiendo progressi e il nuovo Indice di percezione della corruzione (CPI) di Transparency International dona segnali incoraggianti.
Si conferma dunque la lenta crescita nella graduatoria mondiale ed europea per la corruzione, dove ci stiamo gradualmente allontanando dagli ultimi posti.
“Il CPI ci dice che, con fatica e lentamente, la reputazione del nostro Paese sta migliorando. Siamo sulla strada giusta ma non dobbiamo assolutamente accontentarci. Passi importanti sono attesi dall’implementazione della recentissima legge anticorruzione, una legge che andrà valutata sulla sua capacità di incidere concretamente nel Paese.” ha dichiarato Virgilio Carnevali, presidente dell’organizzazione per la lotta alla corruzione.
“Oltre due terzi dei Paesi analizzati ha un punteggio inferiore a 50. Dal 2012 solo 20 Paesi hanno visto migliorare in maniera significativa il loro punteggio e tra questi vi è l’Italia con uno degli incrementi maggiori (+10 punti). Sono invece 16 i Paesi che hanno subito un forte peggioramento, tra cui l’Australia, l’Ungheria e la Turchia.” ha spiegato, in un comunicato, Transparency.
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