2 Marzo 2021 - 11:53

Covid-19, quanti sono i vaccini? Quali differenze ci sono? La panoramica

immunità di gregge Europa

Nell’ultimo anno la scienza ha fatto passi da gigante e sono ben 9 i vaccini attualmente disponili per combattere la Covid-19. Ecco una panoramica per capire meglio quali sono e le differenze tra ognuno di essi

Nove sono i vaccini che hanno terminato o stanno per terminare tutte le varie fasi di sperimentazione. La Covid-19 ha messo a dura prova l’intera umanità ma dalla richiesta di aiuto gli scienziati hanno fatto del loro meglio per produrre l’unica vera arma per combattere il coronavirus. Fino ad ora, in Europa sono tre i vaccini attualmente distribuiti, Pfizer/Biontech, Moderna e Astrazeneca. Altri sono in attesa di approvazione, come quello della Johnson&Johnson e il russo Sputnik. Ma non finiscono qui, altri vaccini sembrano dare ottimi risultati anche sulle varianti attualmente in circolazione. Ecco un elenco dettagliato con tutte le principali caratteristiche, per capire di cosa si tratta e quali differenze ci sono.

Pfizer/BioNTech

Il primo e più famoso vaccino prodotto da Pfizer/BioNTech (BNT162b2) è stato prodotto in collaborazione tra Germania e Stati Uniti. È un vaccino ad mRNA incapsulato in un nanoparticelle lipidiche. L’mRNA ha il compito di codificare le spike protein del coronavirus, quelle che consentono l’ingresso del virus all’interno delle cellule. In questo modo il sistema immunitario riesce a prepararsi nel caso in cui, successivamente, l’organismo entri in contatto col virus reale. Ha un’efficacia del 95/97% pare anche sulla variante inglese, non ci sono dati certi su quella sudafricana. La copertura vaccinale avviene dopo due dosi a distanza di 21 giorni. Il siero deve essere conservato a -70° per resistere 6 mesi, mentre a 2°-8° per 5 giorni.

Moderna (mRNA-1273)

Il vaccino Moderna, creato negli Stati Uniti, è sostanzialmente molto simile al precedente. Si tratta sempre di mRNA incapsulato che codifica per le spike protein del coronavirus. L’efficacia si attesta intorno al 95% e l’immunità completa si ha dopo la seconda dose somministrata a 28 giorni dalla prima. La conservazione avviene a -20° per 6 mesi e a 2°-8° per 30 giorni.

Oxford/Astrazeneca

Il vaccino contro la Covid-19 prodotto invece da Oxford/Astrazeneca e che sta suscitando paure in coloro che devono ricevere la dose, è un vaccino a vettore virale. Si tratta, cioè, di un DNA incapsulato all’interno di un adenovirus, un virus non umano e che per questo è completamente innocuo ed è per lui impossibile replicarsi nel corpo umano. Una volta inoculato, il vaccino procede in maniera simile ai due precedenti, ma anziché partire da un RNA iniziale, il processo parte da un DNA. Il risultato finale è sempre la produzione delle spike protein che danno la risposta immunitaria. L’efficacia è circa dell’82% e la copertura avviene dopo due dosi (il lasso temporale che deve intercorrere tra le due dosi è ancora oggetto di studio). La conservazione avviene a 2-8°.

Johnson&Johnson

Il vaccino della Johnson&Johnson è simile al precedente: vaccino a vettore virale. Il funzionamento è lo stesso, ma cambiano l’efficacia che si attesta intorno al 72%, con una buona efficacia (57%) contro la variante sudafricana. La somministrazione avviene in una singola dose e la conservazione è di 2-8°.

Gamaleya (Sputnik V)

Un altro vaccino simile ai due precedenti è il famoso vaccino russo Sputnik V, che in Russia è già stato somministrato a milioni di persone. Attualmente l’Ema sta valutando i dati per eventualmente distribuirlo anche in Europa. Le modalità di immunizzazione seguono lo stesso procedimento dei due vaccini precedenti ed ha un’efficacia pari al 91% dei casi. Si somministra in due dosi a distanza di 28 giorni.

SinoVac (coronaVac)

Inizia ora una serie di tre vaccini che hanno una modalità di immunizzazione differente da tutte le precedenti ma che è la più comune in tutti i vaccini finora disponibili per l’uomo. Il SinoVac, infatti, contiene il Sars-CoV-2 inattivato chimicamente. Il virus che causa la Covid-19, quindi, è lo stesso ma è reso innocuo tramite processi chimici. Ciò significa che tutte le proteine utili all’immunizzazione sono efficaci a tale scopo, ma il virus non può replicarsi e scatenare la malattia. Prodotto in Cina, ha un’efficacia del 50% e si somministrano due dosi a distanza di 3 settimane.

Bharat/Biotech (Covaxin)

Un altro vaccino indiano ancora in fase di sperimentazione è il Covaxin. È un vaccino a virus inattivato e il funzionamento è molto simile a quello precedente. L’efficacia ancora non è conosciuta.

SinoPharm (BBIBP-CorV)

Anche in questo caso si tratta di vaccino come i precedenti, prodotto in Cina. L’efficacia si attesta intorno al 79% e si iniettano due dosi a distanza di 3 settimane.

Novavax (NVX-CoV2373)

L’ultimo vaccino disponibile per ora contro la Covid-19 è il Novavax americano. Si tratta di un vaccino a particelle simili a virus. Ciò significa che in laboratorio sono state create delle nanoparticelle sulle quali sono state impiantate delle spike protein virali. Grazie ad un adiuvante, queste proteine sono in grado di generare nell’organismo la risposta immunitaria. L’efficacia è del 89% e un buon 49% contro la variante sudafricana. Si somministrano due dosi a distanza di 21 giorni.