L’emergenza sanitaria da Covid ha mostrato la spaccatura interna tra Governo e regioni. In un rimbalzo continuo di responsabilità, appare poco chiara la linea adottata dal Governo, i cui decreti sono immediatamente soppiantati dalle ordinanze regionali. Un vero e proprio caos, è questa la sensazione, in un tira e molla dei poteri. Al premier Conte si chiede maggiore trasparenza e pugno di ferro per scongiurare un nuovo lockdown. Il mondo del lavoro e dell’istruzione subiscono un duro colpo. “Restrizioni, senza agevolazioni, quanto durerà?” Questa la domanda implicita posta da Francesco Boccia, che sull’amministrazione regionale appare avere le idee chiare: “Il presidente della Campania ha chiuso le scuole con una sua ordinanza e si assumerà la responsabilità degli effetti.”
A far discutere particolarmente le disposizioni prese a livello regionale sulla realtà scolastica. La chiusura delle scuole fa discutere per le promesse che appaiono oggi dimenticate. La promessa di una riapertura efficace, a lungo oggetto della nuova “politica di ripartenza”, è così svanita a meno di un mese dalla ripresa delle attività scolastiche in presenza. Nei decreti varati dal governo non appaiono limitazioni totalizzanti per le scuole, ma in questo caso, l’ago della bilancia è il volere regionale che, nei casi di un alto tasso dei contagi, può decidere di optare per restrizioni più rigide.
Continua la bagarre tra Governo e regioni, in un rimbalzo continuo di responsabilità. La frattura appare evidente allo scadere dei decreti. Un’intesa, quella con le regioni, piuttosto debole, frutto di un mancato coordinamento tra le parti. La sensazione è che Governo e regioni seguano sentieri completamente diversi e che, delle disposizioni in materia anti-Covid, si possa decidere un po’ come si vuole. In questo clima di autonomia decisionale piuttosto soggettivo, il PD e Italia Viva si uniscono in un’azione pressante sul premier Conte, a cui oggi si chiede di adottare una linea più chiara, per arrestare la confusione nel dialogo tra governo e regioni. La richiesta fatta al premier è di stabilire “una riunione per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, d’intesa con le Regioni.”
Per Conte le pressioni arrivano da ogni fronte, tra la richiesta del MES e la paura di un nuovo lockdown, le aspettative si alzano. Nel difficile banco di prova dell’emergenza sanitaria, la leadership del premier Conte è messa in discussione. Il mancato coordinamento tra il governo e le regioni ha messo in risalto una frattura presente già da tempo, ma che, nel clima di crisi economica e di emergenza sanitaria, appare ancor più evidente.
I decreti ministeriali e le ordinanze regionali stridono, poca coerenza e mancata intesa, questi i dubbi che attualmente lasciano il Governo in ginocchio. Tra pochi giorni sarà varato un nuovo Dpcm e dunque, come già pronosticato, ci saranno nuove modifiche e aggiunte a livello regionale.
Il clima di confusione interno si riflette sulla frustrazione dei cittadini che, alle regole di questo strano gioco, non hanno ancora fatto l’abitudine.
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