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Cyberbullismo, una piaga da combattere: ecco come segnalarne i casi

Il fenomeno del bullismo ha radici ben radicate nella storia del genere umano. Con l’avvento di internet, poi, si sono evolute le modalità con cui i bulli mettono in pratica le loro aggressioni. Nasce così il cyberbullismo, che consiste in qualsivoglia forma di aggressione, insulto o offesa compiuta attraverso strumenti telematici a danno di un minorenne con lo scopo di attaccarlo o metterlo in ridicolo. Chiaramente il cyberbullismo può costituire reato, si pensi ad esempio alla diffamazione o alla molestia, ma può anche non esserlo. Ciò che non cambia, però, è il fatto che in entrambe le circostanze permangono i danni in chi subisce queste forme di violenza 2.0 che, peraltro, si concretizzano istantaneamente, nel tempo di un click.

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Cosa possono fare, allora, le vittime di cyberbullismo per tutelarsi?

Posso cancellare i contenuti offensivi? Come?

I contenuti offensivi pubblicati sul web o sui social network possono essere cancellati. Questo vale per testi, foto, video e audio contenenti forme di cyberbullismo. La cancellazione si attiva dietro richiesta, che può essere avanzata direttamente dalla vittima minorenne se ha più di 14 anni o dai suoi genitori. Tale richiesta deve essere indirizzata al «titolare del trattamento» dei dati personali, ossia al gestore del sito web o del social media in cui sono stati pubblicati i contenuti “incriminati”.

Cosa fare se il sito web o il social network non rimuove i contenuti offensivi?

Se i responsabili del sito o del social network non rispondono entro 24 ore dalla richiesta di cancellazione o comunque non cancellano i contenuti in questione entro le 48 ore, puoi rivolgerti al Garante per la protezione dei dati personali (noto come Garante privacy). Il Garante privacy si attiverà entro le successive 48 ore.

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Affinché ciò accada è necessario inviare una segnalazione all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Tale segnalazione può essere fatta direttamente dal minore se ha più di 14 anni, oppure da chi esercita la responsabilità genitoriale. Ci si può dunque avvalere di un modulo prestabilito che andrà poi inoltrato via e-mail alla casella cyberbullismo@gpdp.it.

Rivolgersi alla Polizia di Stato

Oltre alla procedura descritta pocanzi, o volendo in alternativa ad essa, è sempre possibile segnalare un caso di cyberbullismo attraverso l’app YouPol della Polizia di Stato. Tale applicazione dà la possibilità di denunciare, anche in forma anonima, tutti gli atti di bullismo ed anche i reati di spaccio di droga, maltrattamenti in famiglia e violenze domestiche. Sull’app YouPol è possibile allegare alla segnalazione immagini, video e file audio, così da fornire agli agenti un quadro più dettagliato, ed è anche possibile attivare la chat con gli operatori per scambiare messaggi istantanei.

Redazione ZON

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