Dario Fo, 90 anni d’arte
Nel giorno del suo novantesimo compleanno, Zon.it ricorda la vita di successi dell’artista del popolo, Dario Fo
[ads1] Classe 1926, Dario Fo non ha bisogno di presentazioni. Nella sua vita ha due grandi, grandissimi amori: Franca Rame e il teatro. Due amori che si sono intrecciati e che non ha mai abbandonato.
L’uomo d’arte originario di Sangiano conosce Franca negli anni ’50: entrambi attori di teatro, convolano a nozze nel 1954, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Ai tempi, l’artista aveva appena cominciato a lavorare per la RAI, come attore e autore di testi satirici. Oltre ad essere uno scrittore ed autore, nel corso degli anni si è distinto anche come regista, scrittore (anche di testi musicali, soprattutto per Enzo Jannacci), illustratore, pittore e attivista. Ebbe anche una parentesi nell’ambito radiofonico: scrisse e condusse un varietà dal titolo Non si vive di solo pane, al fianco di Franco Parenti.
Dopo una serie di censure ricevute per i testi scritti per la televisione (l’ultima delle quali per alcuni testi scritti per Canzonissima, decide di abbandonare definitivamente lo schermo, per dedicarsi esclusivamente al palcoscenico. Ed è in questo periodo che fonda, insieme alla moglie, la compagnia teatrale che porta il loro nome. Vi tornerà nel 1977, per condurre insieme alla moglie un programma dal titolo Il teatro di Dario Fo. Il programma va in onda per la prima volta il 22 aprile di quell’anno, su Rete due. Nel 2014 ha preso parte a Le invasioni barbariche, programma mandato in onda su LA7; sempre in questo anno, pubblica il suo primo romanzo, La figlia del Papa, ispirato alla figura di Lucrezia Borgia.
Il suo teatro è da sempre sinonimo di rivoluzione: i suo palcoscenici non erano quelli canonici, quei palazzoni da lui definiti “borghesi”, ma le piazze, le fabbriche, le case. Recitava per le classi subalterne, per coloro che non potevano permettersi di pagare il prezzo di un biglietto. Con questo spirito fonda il gruppo teatrale “Nuova Scena” e, a livello politico, il collettivo teatrale di estrema sinistra “La Comune”. I suoi testi sono l’espressione più vera delle sue ideologie, fortemente anticlericali e anticonformiste, che lo vedono in disaccordo con le istituzioni e amareggiato per la società d’oggi, che ritiene essere poco combattiva e fortemente demotivata.
Non ha mai concluso i suoi studi universitari (iscrittosi in gioventù alla Facoltà di Architettura, abbandona quasi subito gli studi per dedicarsi unicamente all’arte), ma il 3 maggio 2006 riceve comunque una laurea: si tratta della Laurea ad honoris causa di cui è stato insignito presso La Sapienza di Roma. All’epoca, aveva già ricevuto il Premio Nobel per la letteratura: è il 1997 quando il genio teatrale viene premiato a Stoccolma, perché “seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. A consegnargli il premio, il re Gustavo di Svezia.
Nel 2013, l’amata Franca viene a mancare, ma lui continua a mantenere sempre vivo il suo ricordo, facendo ciò che gli riesce meglio, anche a novant’anni: l’artista.
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