Politica

DDL Zan: cosa succede ora al testo contro l’omotransfobia

Il DDL Zan è stato ufficialmente affossato dal Senato dopo un’accesa discussione. La storia del DDL finisce qui. Ma ora cosa succede?

Uno dei dibattiti più interessanti e coinvolgenti degli ultimi anni pone al termine (e non come previsto). La discussione sul DDL Zan si è finalmente, ma non come tutti auspicavano andasse. Infatti, dopo un’accesa discussione al Senato, si è arrivati alla votazione sul non passaggio all’esame degli articoli del decreto. Il risultato è stato l’approvazione del non passaggio, con ben 154 voti favorevoli.

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Sono, invece, ben 131 i contrari e 2 gli astenuti sul voto. Dunque, almeno per il momento, la storia del disegno di legge si conclude qui. Ma potenzialmente potrebbe riaprirsi prossimamente, precisamente tra sei mesi. Infatti, potrà essere ripresentato un nuovo testo di legge sull’argomento. A questo punto, è molto facile pensare che possano essere operate delle modifiche al testo originale in modo da presentarlo poi.

Per ora, l’iter del testo si blocca definitivamente, con uno stop di almeno sei mesi. Prima di quella tempistica, non potrà essere presentato nient’altro. Di fatto, questo rappresenta lo scenario peggiore per PD e Movimento 5 Stelle sul DDL Zan.

Il segretario del PD ha aperto al dialogo per arrivare ad una approvazione veloce della legge, perché l’Italia è l’unico Paese senza una legge contro i crimini di odio. Se oggi la tagliola passa la legge è morta. Noi abbiamo chiesto di ritirare la tagliola per discutere e trovare un punto di incontro.” aveva commentato Zan in mattinata.

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E ora cosa succede?

Gli scenari post-DDL Zan

Alla fine è arrivato il giorno della resa dei conti sul DDL Zan. Al Senato si è arrivati senza accordo tra i partiti, dopo l’ultimo fallimento nel tentativo di mediazione di ieri sera. Lega e Fratelli D’Italia hanno chiesto e ottenuto il non passaggio degli articoli (ovvero la cosiddetta “tagliola“) con lo scrutinio segreto. Una mossa astuta da parte dei due partiti di centrodestra.

Proprio per questo, il PD è passato all’attacco, recriminando una sorta di segretezza beffarda da parte dell’opposizione. A questo punto, c’è ben poco da fare. Il procedimento è completamente bloccato e non ci sono i margini (almeno per ora) per riattivarlo. A conti fatti, dunque, questa si dimostra una disfatta non solo per il duo PD-Movimento 5 Stelle, ma per tutta la democrazia in toto.

Al momento non si sa chi siano i franchi tiratori, ma non è difficile capire che si tratta perlopiù di gente dell’opposizione e qualche spirito “libero” (soprattutto all’interno del Movimento 5 Stelle). Si aggiungono poi partiti più di nicchia, quale l’Italexit di Paragone e anche qualche centrista.

Insomma, ancora una volta, con il DDL Zan, l’Italia si dimostra incapace di tutelare le diversità.

Antonio Jr. Orrico

Studente al terzo anno di Scienze della Comunicazione, con una passione innata per il giornalismo, per la scrittura, per la lettura e per la musica.

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