Attualità

Decreto Bollette: come potrà cambiare i prezzi della benzina

Il Decreto Bollette cambierà i prezzi della benzina e tenterà di ridurre le accise. L’ipotesi è quella dell’accisa mobile

Un piano per scongiurare un aumento impronosticabile. Per fermare l’aumento vertiginoso dei carburanti che si sta avendo in questi ultimi giorni, il Governo Draghi ha studiato un Decreto Bollette per ridurre le tasse. L’inflazione ha un impatto molto alto anche sui carburanti, il cui costo aumenta. Il diesel servito è arrivato addirittura a 2,10€ al litro. C’è chi pensa ad una sterilizzazione dell’IVA, ma il vero punto saranno le accise.

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Per scongiurare un rincaro molto difficile da affrontare, l’idea è quella di puntare ad un taglio dei consumi. Le accise pesano per il 55% sul prezzo finale del carburante. I gestori delle pompe propongono il ritorno dell’accisa mobile, che consente di sterilizzare gli aumenti dell’Iva (oggi maggiori di 7 centesimi al litro) e di dare stabilità a famiglie ed agenti economici. In Italia le accise sul carburante sono 19 mentre dall’inizio dell’anno un litro di benzina è rincarato di 23 cent. Causando un incremento medio di 11 € e 68 centesimi per un pieno.

Le associazioni di consumatori e benzinai invocano a gran voce l’intervento del Governo. Un’apertura, in questo senso, arriva dal relatore di conversione della legge del Decreto Bollette, Luca Squeri, deputato di Forza Italia. Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, l’unico modo per far fronte a questa improvvisa crisi è l’azzeramento dell’IVA, almeno fino al termine dell’emergenza.

Per Massimiliano Dona, il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la soluzione sarebbe quella di ridurre di 30 centesimi le accise. Una soluzione che potrebbe essere temporanea, almeno finché questa “tempesta” dei mercati non finirà. Proposta che, come prevedibile, ha avuto anche il beneplacit della Lega, pronta a tornare su uno dei suoi cavalli di battaglia.

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La soluzione del Decreto Bollette per la benzina

Per optare per una soluzione riguardante il caro benzina, la soluzione più agevole è quella di guardare ad una conversione del Decreto Bollette. Ci saranno poi provvedimenti per risparmiare energia elettrica e gas da riscaldamento. Dalla riduzione dell’illuminazione pubblica, cominciando dai monumenti, al taglio di uno o due gradi della temperatura massima consentita per il riscaldamento nelle case e negli uffici, così come potrebbero essere ridotti gli orari massimi di apertura degli stessi impianti, in particolare nel Mezzogiorno dove l’inverno finisce prima.

Limiti all’export di materie prime per la benzina

Altro punto fondamentale del Decreto Bollette sarà quello di non esportare più le materie prime. Potrebbero essere decisi dazi o autorizzazioni all’esportazione di ferro, rottami di ferro, rame, nichel, argilla, fertilizzanti e alcuni prodotti dell’agricoltura che, dopo la guerra, sono difficili da reperire. La messa in produzione delle terre a riposo consentirebbe di aumentare lo spazio coltivato di circa 200mila ettari.

Da dove proverranno i finanziamenti?

Il Decreto Bollette avrà un costo molto elevato. Serviranno sicuramente finanziamenti aggiuntivi. Per questo, come ha ricordato questa mattina la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, il Governo spera di ottenere nuovi Eurobond per finanziare il sostegno dell’economia. La chiave sarebbero i conflitti in Ucraina, che stanno danneggiando tutti i Paesi dell’Eurozona.

Il Governo, inoltre, preme perché l’Europa riveda il Temporary framework consentendo maggiori interventi a favore delle imprese senza che questi siano considerati aiuti di Stato, almeno finché dura la crisi. Uno statuto che indurrebbe a pensare ancora ad ulteriori soluzioni. L’esecutivo sarebbe costretto ad operare un nuovo scostamento di bilancio per aiutare famiglie e imprese.

Ci vogliono più soldi

Per ora, le misure adottate, naturalmente, non bastano. Draghi ieri alla Camera ha ricordato che, solo sull’energia, l’esecutivo ha impegnato finora 16 miliardi per interventi che dureranno fino alla fine di Giugno. C’è stato l’azzeramento degli oneri di sistema, oltre al taglio dell’IVA sul gas per il 5% e al rafforzamento dei sussidi energetici per le famiglie a basso reddito.

In più, si rischia un credito d’imposta per le imprese energivore pari al 20% dell’incremento della bolletta elettrica del primo trimestre 2022. Lo stesso premier, però, ha riconosciuto quanto questi provvedimenti non siano più sufficienti.

Una situazione, dunque, anche questa, in piena via di sviluppo.

Antonio Jr. Orrico

Studente al terzo anno di Scienze della Comunicazione, con una passione innata per il giornalismo, per la scrittura, per la lettura e per la musica.

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