17 Febbraio 2021 - 18:59

Discorso di Draghi: doccia fredda per sovranisti e detrattori del Conte II

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Il discorso di Draghi al Senato, esordio del nuovo Governo, ha spaziato dall’irreversibilità dell’Euro alla maggiore centralità della UE, passando per elogi nemmeno troppo velati al Conte II per quanto riguarda la gestione pandemica e il Recovery Plan

Chi si aspettava un netto cambio di strategia, una discontinuità con il passato o persino arcobaleni ed unicorni sarà rimasto deluso dal Discorso di Draghi al Senato. Specialmente la destra sovranista, le opposizioni (poche) e chi come Renzi ha passato mesi a denigrare l’operato del Governo Conte II. Durante il suo attesissimo discorso d’esordio, letto con calma, Draghi ha letteralmente infranto i cuori di mezzo arco Parlamentare, facendo giubilare estatica l’altra metà. E ovviamente, alcuni passaggi del discorso di Draghi fanno già discutere, non solo perché arrivano come uno schiaffo – neppure troppo delicato – in pieno muso a politici come Salvini o Meloni, ma anche perché smontano parte della narrativa mediatica malevola che si è accanita contro il Governo Conte II.

“Ringrazio il mio predecessore Giuseppe Conte”

Uno dei passaggi iniziali del discorso di Draghi è dedicato proprio al Presidente del Consiglio uscente. “Ringrazio altresì il mio predecessore Giuseppe Conte che ha affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’Unità d’Italia“. Per carità, nessun elzeviro arzigogolato, nessuna lode sdolcinata e fuori luogo, ma tanto è bastato. M5S, PD, LEU e MAIE hanno iniziato ad applaudire fragorosamente. E il centrodestra è andato in apoptosi. E con loro, probabilmente, gli editorialisti e la nutrita fauna dei talk show che da mesi sta letteralmente massacrando Giuseppe Conte in merito alla gestione pandemica. Gestione non esente da errori e svarioni clamorosi, sia chiaro, ma di certo non fallimentare come viene narrato a reti pressoché unificate. Il ringraziamento di Draghi arriva un po’ come uno spezza-incantesimi, dopo settimane di narrazione a senso unico.

“Questo Governo non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca”

Per settimane abbiamo assistito alle elucubrazioni e alle disquisizioni in merito alla natura del Governo Draghi. È tecnico? È politico? E se fosse entrambe le cose? E i marò? Un fiorino! Ad un certo punto ci veniva propinato persino che Draghi fosse grillino o una qualche entità astratta scesa direttamente dall’Empireo. Ci ha pensato Super Mario ha riportarci con i piedi per terra, in un modo semplice, pacato, ma al contempo assai ilare. “Si è discusso molto sulla natura di questo governo” si può ascoltare nel discorso di Draghi. “Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca“. Più chiaro di così si muore: a Draghi non può fregare di meno come viene visto o definito il suo Governo.

“Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro”

Ed è prioprio in tema di Euro ed europeismo che il discorso di Draghi spegne i sogni di gloria dei sovranisti. “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori” afferma Draghi. E per i più duri di comprendonio chiarisce: “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione“. Per la verità, certe parole da parte di Draghi non arrivano certo inattese. Erano nell’aria da giorni. E sono arrivate come un tornado per la destra sovranista. Ed è evidente che la scelta della parola “irreversibilità” arriva dopo alcune uscite infelici di Salvini sull’Euro proprio nelle ultime ore. Pietra tombale per le velleità anti-euro Capitano. Sarà per il prossimo giro.

E a proposito di sovranità, Draghi non la manda certo a dire. “Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa“. E come a voler rincarare la dose, o forse a far infartare definitivamente i pochi sovranisti superstiti Draghi conclude con poche parole lapidarie: “Non c’è sovranità nella solitudine“. Insomma, per chi sogna un’Italia arzilla e sovrana fuori dall’Unione Europea, il 17 Febbraio del 2021 verrà ricordato come un giorno nero.

Il Recovery Plan riprenderà dal lavoro fatto dal precedente Governo

Un altro passo importantissimo – e molto atteso – del discorso di Draghi era ovviamente quello inerente al . Solo che per molti non è andata esattamente come speravano. “Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR)” ha affermato Draghi, riconoscendo de facto la bontà del lavoro svolto dal Governo Conte II. Certamente, il Recovery Plan licenziato dal Governo uscente non era ancora completo, ma ha incassato un via libera preliminare dalla Commissione Europea. E per Draghi, è come se si fosse pronunciato Gesù Cristo in persona. Infatti: “Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva“. Ed è questa una parte che colpisce trasversalmente tutte quelle forze parlamentari che hanno attaccato il Recovery senza pietà. Così come i “gufi” fuori dal Parlamento.