Foto dal sito ufficiale della Camera
L’Election Day come una specie di “demonio“. Il Comitato contro il referendum sul taglio dei parlamentari vede questa nuova “tornata” come un vero e proprio fardello inutile che il Governo vuole portarsi dietro. Ecco perché l’obiettivo è quello di far saltare il giorno, alla luce della presentazione di 71 firme per eliminare altri 230 deputati e 115 senatori. La strategia messa in atto dal Comitato, di cui fanno parte anche il costituzionalista Felice Besostri e l’avvocato Anna Falcone, è interessante. L’obiettivo è evitare che il referendum si tenga il 20 e 21 Settembre, insieme ad elezioni regionali e amministrative.
“Nei referendum costituzionali il popolo è legislatore costituzionale, la più alta funzione normativa del corpo elettorale. Questa non va confusa con l’elezione di assemblee rappresentative regionali e/o comunali. Il primo è esercizio della democrazia diretta. Le seconde sono esercizio della democrazia rappresentativa.” ha dichiarato il costituzionalista Felice Besostri, membro del Comitato. Per questo motivo sono stati presentati una serie di ricorsi presso i Tribunali civili dei capoluoghi di distretto di Corte d’Appello di 11 Regioni.
La verità, però, è un’altra. Con la concomitanza dei due eventi, l’afflusso alle urne sarebbe maggiore, e tutti sanno che il fronte del Sì è nettamente in maggioranza rispetto a quello del No. Staccare il referendum dall’Election Day andrebbe senza dubbio a far crollare l’affluenza alle urne. Insomma, una strategia sicuramente arguta, che però dipenderà tutto dall’aderenza o meno dei parlamentari alla proposta.
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