4 Dicembre 2018 - 11:48

Elezioni Europee: il nuovo “calderone” di Matteo Renzi

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Matteo Renzi si muove per le alleanze in vista delle Elezioni Europee. Ma crea una “minestra” che va dai socialisti ai liberali

Il concetto di politica, soprattutto nel centrosinistra, sta sfumando piano piano sotto i colpi del populismo governativo. Un piano di strategia effettivo e comune non c’è, ma nel frattempo i membri non restano immobili. Il più attivo, come al solito, è sempre il “berlusconino” di Firenze, ovvero Matteo Renzi. In vista delle Elezioni Europee, infatti, l’ex sindaco di Firenze prova a muoversi (da solo) per le alleanze.

Per le Elezioni Europee 2019, Bruxelles è diventato un crocevia di incontri alquanto cruciale per disegnare meglio gli scenari di Maggio. L’opposizione si gioca una bella fetta del suo futuro. Infatti, il risultato del voto regalerà l’effettiva certezza, agli italiani, della rinascita del centrosinistra o della sua definitiva sconfitta. Per impedire quest’ultimo scenario il senatore del PD ha in agenda degli incontri con Frans Timmermans, socialista, e Marghrete Vestager, liberale.

Il paradosso che si viene a creare da questi incontri è lo stesso che anima il PD dai tempi della sua creazione. Come farà l’ex capo di Governo a mettere d’accordo e collegare due menti sì di sinistra, ma con sfumature radicalmente opposte come quelle di Timmermans e della Vestager?

Ad oggi, la riuscita dell’operazione appare francamente impossibile.
Intanto, l’agenda pubblica dell’ex segretario del PD prevede un incontro mattutino con gli eurodeputati dem. Lo annuncia lui stesso nella sua enews.

Gli eurodeputati del PD sono stati accusati dal presidente della Rai di aver preso soldi da Soros e lo hanno finalmente denunciato, bravi! Mercoledì mattina sarò a Bruxelles per dare un abbraccio a tutti gli eurodeputati che hanno scelto di fare questo gesto coraggioso.” ha dichiarato l’ex premier.

Ma la possibile alleanza ha vari buchi che, sinceramente, sembrano abbondantemente incolmabili. E il tutto ci riporta quasi ai tempi della DC.

Quanti partiti, nel “calderone”

La sensazione, dopo le parole di Matteo Renzi sulle Elezioni Europee, è quella di un uomo che ancora non ha ben capito la ricetta per rianimare la sua carriera politica. I continui riferimenti ad un suo ipotetico abbandono/distacco dal PD sembrano essere propellenti per comprendere bene la sua strada, che apparentemente sembra già designata.

Ad oggi, la scissione potrebbe giovare sia all’ex sindaco di Firenze, che allo stesso PD, che sicuramente ne ricaverebbe un miglioramento dell’immagine. Dal punto di vista europeo, però, la politica adottata segna un collegamento inscindibile rispetto a quella già adottata in precedenza. Si scende a compromessi con chiunque e si cerca di fare l’impossibile, pur di ottenere più voti e dire la propria, imporsi sull’avanzata populista.

Il “calderone” ipotizzato, però, sembra effettivamente inattuabile. Sfumature troppo diverse di sinistra, all’interno di uno stesso partito, porterebbero comunque ad una strada già designata, ad uno scenario visto e rivisto troppe volte.

L’impressione, ad oggi, è che le Elezioni Europee non saranno sicuramente un’occasione di rilancio per il centrosinistra. Anzi, potrebbero decretarne il definitivo trapasso. Compito dei politici, quindi, sarà trovare un accordo soddisfacente e coerente anche con le intenzioni degli elettori.

Per quei pochi che ancora credono in una rinascita democratica.