Elezioni Europee: i pronostici per il 26 Maggio
Le Elezioni Europee sono alle porte. Le votazioni si terranno dal prossimo 23 al 26 Maggio. E intanto la Lega non è così sicura di sfondare
Eccoci arrivati all’appuntamento più importante. Quello fondamentale, che permetterà definitivamente di capire per bene i rapporti politici che si stanno, pian piano, instaurando in Italia. Tramite sondaggi e intenzioni di voto miste, il viaggio verso le Elezioni Europee procede spedito e, soprattutto, si avvicina sempre di più. Ma, al giorno d’oggi, come sono gli effettivi rapporti di forza dei partiti politici italiani e dei rispettivi rappresentanti europei all’interno del Parlamento? Si è davvero convinti che ci sarà un boom dell’ultradestra anche in Europa?
Partiamo dal sondaggio più recente. Infatti, stamattina l’istituto SWG ha realizzato un nuovo diagramma per illustrare le percentuali rispettive dei partiti italiani. Naturalmente, la Lega resta saldamente in testa, ma vi è, per la prima volta, un consistente calo nelle rilevazioni. Infatti, il partito di Matteo Salvini scende al 30,7%, perdendo quasi un punto percentuale rispetto ad una settimana fa. Una brutta botta, che potrebbe far correre ai ripari Matteo Salvini.
Ma la notizia più “brutta” per il partito leghista è un’altra. Infatti, contemporaneamente, tutto ciò che è stato perso in termini di voti è stato guadagnato dall’altra componente di Governo, il Movimento 5 Stelle, che passa, in sette giorni, dal 21,8% al 22,7%. Grazie a questo rialzo improvviso, il partito di Luigi Di Maio sopravanza nuovamente il PD, che perde qualcosa e passa dal 22,5% al 22,2%.
Nel frattempo, le Elezioni Europee portano bene anche a Forza Italia, che guadagna lo 0,3% e si attesta al 9,1%. Fratelli d’Italia rimane al di sopra della soglia di sbarramento, con il 4,6%, nonostante il calo dello 0,4% in sette giorni. Per quanto riguarda gli altri partiti, troviamo La Sinistra al 2,8% (era al 3,1%), +Europa con Italia in Comune al 2,7% (era al 2,9% una settimana fa) ed Europa Verde all’1,8% (in leggera risalita dello 0,3%).
Il dramma sovranista
Questi dati parziali per le Elezioni Europee confermano una cosa fondamentale: i sovranisti non sono così forti come si credeva all’inizio. Infatti, se fino a qualche tempo fa questi ultimi potevano contare sull’appoggio incondizionato di due grandi “mentori” come Viktor Orban e Sebastian Kurz, ad oggi il piano di Ungheria e Austria è tutt’altro.
Infatti, sia gli austriaci di OVP che gli ungheresi di Fidesz hanno deciso, alla fine, di fare di necessità virtù e di virare per la scelta più sicura: restare nel PPE. Inutile discutere su come questa scelta abbia influenzato negativamente sulle possibili aspirazioni dei sovranisti, notevolmente ridimensionate alla vigilia dell’appuntamento più importante. Infatti, oltre a perdere potenziali voti, l’ultradestra perde due leader sostanziali e carismatici come i premier di Austria e Ungheria. Un durissimo colpo da affrontare, per Matteo Salvini e compagni.
A questo punto, il tentato “colpo di Stato” europeo da parte dei governanti italiani Lega e Movimento 5 Stelle potrebbe restare solamente un sogno. Se i sovranisti sono in calo, infatti, il Movimento 5 Stelle è in una situazione notevolmente peggiore. Infatti, il gruppo messo in piedi da Luigi Di Maio, composto dai polacchi di Kukiz’15 e dai croati di Zivi Zid, ha davvero delle possibilità marginali (per non dire inesistenti) di approdare nel Parlamento Europeo.
Infatti, il punto focale non è tanto il puntare ad avere 25 deputati (non sarebbe di certo un problema). L’incognita più grossa, però, resta quella di distribuirli equamente tra sette nazioni differenti. Se Kukiz’15, infatti, può godere di un ottimo seguito in Polonia e dovrebbe superare la soglia di sbarramento, lo stesso non si può dire del gruppo croato. Così, dopo l’addio inconsulto dell’UKIP di Nigel Farage, alleato di maggior spessore, la coalizione potenzialmente potrebbe restare a bocca asciutta. Con buona pace della voglia di riforma di Luigi Di Maio.
Il trauma del Governo
Dunque, inaspettatamente, contrariamente a tutto ciò che si è sempre pensato in merito alle Elezioni Europee, il leader leghista Matteo Salvini rischia di restare pesantemente all’asciutto. Certo, un conto è fare politica in Italia. Un altro è quando ti confronti con ben ventotto Paesi, di cui la maggior parte sono ancora a trazione democratica o comunque conservatrice.
A questo punto, la Lega esce fortemente ridimensionata da questi sondaggi, non solo dal punto di vista europeo, ma anche nazionale. Il calo, infatti, si registra anche dal punto di vista dell’opinione pubblica italiana, soprattutto nel momento in cui sempre più gente si accorge di quanto il leader leghista sia solo chiacchiere e distintivo (anzi, distintivi, in quanto indossa ogni giorno una divisa diversa).
A conti fatti, modifiche significative all’Italia ci sono state, ma in senso fortemente negativo. Il caso ultimo (ma non il più emblematico) è l’ennesima promessa infranta incentrata sull’abolizione delle accise sulla benzina. Il costo, infatti, al posto di abbattersi, è salito vertiginosamente fino a quasi 2€ al litro. Livelli mai raggiunti prima, figli di una politica completamente sbagliata e quasi assente.
I sondaggi delle Elezioni Europee confermano che qualcosa sta cambiando nuovamente, che l’elettorato è volatile e ad affidarsi alla propria “parlantina” non paga a lungo. Attento, Matteo.
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