Elezioni 2018: il ruggito di Salvini contro la magistratura

Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha risposto ai giornalisti, aprendo una guerra lampo con la magistratura. Salvini ha messo in evidenza il rapporto cattivo che il partito ha con i magistrati

E fu così che l’allievo superò il maestro. O, quantomeno, lo eguagliò. Matteo Salvini apre ufficialmente la sua lotta alla magistratura. E certamente nel centrodestra questa non è una novità, visti i trascorsi del Cavaliere.

Ultimamente, però, sembra che l’obiettivo di Berlusconi sia diventato quello che forse è il nemico più difficile da sconfiggere, quello più temerario, in vista delle elezioni: il Movimento 5 Stelle. E così, pur di portare avanti due guerre, Berlusconi ha puntato in casa. Ha puntato proprio su Matteo Salvini.

Il segretario della Lega Nord, in un’intervista alla radio, ha discusso a lungo sul rapporto del partito con i magistrati, dichiarando: “Alcuni cercano di metterci i bastoni tra le ruote. C’è un’inchiesta al giorno, fanno ricorso su tutto, anche sul mio taglio di capelli. Ma alla fine perdono. Sulla mia onestà nessuno può dire nulla, possono mandarmi i caschi blu dell’Onu a casa, su Salvini non troveranno mai niente.”

Un ruggito, quello di Salvini, che assume i contorni di quella “pulp fiction” inflitta all’Italia per vent’anni dal nobile Cavaliere. Quasi quanto quella, portata avanti sempre del nobile Cavaliere nel corso degli anni, contro i comunisti.

Insomma, i punti focali del centrodestra, a distanza di ben venticinque anni, gira e rigira, restano sempre gli stessi. La lotta contro i comunisti e contro i “magistrati di sinistra”. Il tutto assume contorni ancora più grotteschi, se si pensa che l’attuale segretario della Lega Nord è stato il fondatore e il leader dei Comunisti Padani. Ma si sa, in politica basta uno schiocco di dita per cambiare la propria opinione.