Elon Musk vuole impiantare un chip nel cervello dell’uomo
Per controllarci? No, l'auspicio di Elon Musk è offrire nuove prospettive alle persone con gravi disabilità
Potrebbe arrivare presto ad un punto di svolta la sperimentazione di Elon Musk e Neuralink che mira ad impiantare nel cervello dell’uomo un chip che, collegato ad un dispositivo esterno, permetta ad un soggetto con grave disabilità di recuperare le sue capacità motorie e di comunicazione.
Lo ha annunciato il magnate stesso, neo-numero uno di Twitter, nel corso di una convention inizialmente prevista lo scorso 31 ottobre: la Fda (l’agenzia americana del farmaco) ha ricevuto da Musk tutta la documentazione necessaria per procedere alla sperimentazione sull’uomo del chip Neuralink; il via libera è auspicato “entro sei mesi”.
Il progetto, che potrebbe offrire nuove prospettive anche a persone affette da malattie neurodegenerative come il Parkinson o l’Alzheimer, va avanti – tra slanci ipertrofici e brusche battute d’arresto – dal 2016. Fino ad oggi i test sono stati condotti esclusivamente su animali: tra i risultati più sorprendenti, una scimmia (nel cui cervello era stato appunto impiantato il chip Neuralink) si è dimostrata in grado di usare autonomamente una console per videogiochi.
Le premesse lo consegnerebbero direttamente alle pagine migliori della storia dell’evoluzione, accanto a Gutenberg e Marconi per fare i nomi di due “padri” della civiltà in accezione moderno-contemporanea, se non fosse che questa volta Elon Musk rischia seriamente di arrivare secondo: il colosso Synchron, diretto rivale della Neuralink e con in cantiere un progetto del tutto simile a quello sviluppato nella Bay Area di San Francisco, ha avuto dalla Fda il semaforo verde all’ultima fase della sperimentazione nel 2021 e già lo scorso luglio il chip è stato impiantato su cinque pazienti, quattro in Australia ed uno negli Stati Uniti.
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