Emanuele Aloia al Giffoni53: “Sono sempre stato guidato dalle mie canzoni”
Emanuele Aloia, ospite al Giffoni Film Festival, racconta di come si lascia guidare dalle sue stesse canzoni: l'intervista completa su Zon.it
Nei suoi singoli più famosi riporta il titolo di iconici quadri. “Il bacio di Klimt“ fa il boom di ascolti durante la pandemia, ma il successo di Emanuele Aloia spazia oltre la noia di stare a casa. Oggi si è sentito subito accolto dai bambini e dai ragazzi del Giffoni Film Festival :”Ho sentito tutto il calore dei giffoners sin da quando sono arrivato, anche se devo dire che si sta ancora meglio con l’aria condizionata” scherza il cantautore classe ’98 originario di Torino.
Sulla domanda del perchè proprio i quadri come concept principale del suo album “La sindrome di Stendhal“, ha risposto di essere sempre stato guidato dalle sue canzoni. “L’idea non parte prima. Uscì “Girasoli” che fece molto successo e quindi decisi di continuare su questa linea. L’ho sentito come un messaggio da parte della mia musica che mi diceva di usare questo tema”.
Le sue canzoni sono dei veri e propri trend musical, soprattutto su tik tok. Alla domanda sul suo rapporto con i social media, ha candidamente risposto di essere un semplice 24enne che “si è costruito da solo. La maggior parte dei miei successi musicali sono tali anche per la parte promozionale sui social di cui mi sono occupato personalmente, perchè è un aspetto che mi affascina. Ora tutta la promozione discografica di qualsiasi cantante si basa su Tik Tok, da molti ritenuto all’inizio l’ennesima piattaforma social, ma nel quale io ho creduto fin da subito.”
Per ogni volta che invece si occupa dell’aspetto artistico di una nuova canzone, ovvero la sua scrittura, per Emanuele Aloia: “E’ indispensabile che le persone si concentrino sul testo, sulle parole che uso per trasmettere al pubblico ciò che penso”.
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