Ermal Meta ha scelto Ercole come secondo estratto da “Non abbiamo armi, il concerto“. Il singolo, di cui ieri è stato rilasciato anche il videoclip, arriva dopo il feat con J-Ax, Un’altra volta da rischiare. Questo brano è nato per il grande concerto di chiusura del 20 aprile al Mediolanum Forum di Milano con il quale il cantante festeggerà il suo compleanno e in contemporanea siglerà tre anni di incredibili successi.
Ercole rappresenta qualcosa di insolito all’interno del repertorio di Ermal Meta. L’artista ha abituato il suo pubblico ad un pacchetto di suoni decisamente pop e dall’immancabile taglio cantautorale, diversamente nel nuovo pezzo si respirano atmosfere discofunk e a tratti psichedeliche. Il testo sapientemente spennellato su di una buona tavolozza semantica ricorre a strumenti ridondanti che fanno pensare anche ad un possibile tormentone estivo.
È chiaro il senso di Ercole, in cui l’incastro parafrasale trova fondamento in un parallelismo. Il titolo è un rimando alla figura mitologica dell’uomo che dovette affrontare le dodici fatiche. Similmente quando si ama è davvero difficile lasciare andare una persona, mettere da parte i propri sentimenti e pensare esclusivamente al bene altrui.
È la rinuncia all’egoismo e ad una certa percentuale di edonismo che spesso insegue e segue chi affronta il desiderio di rifarsi una vita. In questa dimensione a metà tra l’amarezza dell’addio e la consapevolezza del domani che si annida il significato più profondo di Ercole che mette a nudo le fragilità e le debolezze umane.
La parte più interessante di Ercole sta proprio nel refrain studiato per somigliare ad un rompicapo celato da un’apparenza semplicistica. L’intento è quello di svelare la romantica concezione secondo cui l’amore è un enigma e come tale ha fascino solo se resta irrisolto.
Ti prometto che ti aspetterò tutta la vita/Ti prometto che ri penserò tutta la vita/
Ti prometto che/ Ti prometto che/
È per sempre finché non è finita
A supporto di un sound fuori dagli schemi, ci ha messo il suo zampino il sapiente occhio di Mauro Russo che per l’occasione ha confezionato un videoclip ad opera d’arte. Arte nel vero senso della parola, in cui ogni dettaglio visivo non viene lasciato al caso, ma si palesa come metafora di puro lirismo onirico.
Notevoli i frame in cui la camicia di Ermal Meta si fonde nei colori con uno sfondo mimetico. Uno scattel complesso restituisce l’immagine di un quadro in movimento. Così come i passaggi in cui il cantante di bianco vestito è immerso in architetture minimali e contemporanee. Dall’astrattismo multicolor delle parete alla scomposizione del volto di Meta come se fosse un’opera del miglior Picasso.
Nel video fanno la propria comparsa anche alcune figure femminili. Tutt’altro che volgari omaggiano il nudo e le sue differenti derivazioni ed influenze, rivelando un’ottima fotografia.
Ercole è un ensemble piacevole all’occhio e alle orecchie, un secondo Ermal Meta che saluta il suo pubblico insinuando un dubbio. Che sia un radicale cambio di stile? La risposta ha un’attesa a lungo termine visto lo stop che seguirà dopo il Forum. Quel che è certo è che qualsiasi sia la contaminazione sperimentata da Ermal il risultato è sempre lo stesso, un successo.
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