30 Giugno 2022 - 20:37

Estate Paranoia: analisi dettagliata della nuova canzone di Drko

Estate Paranoia: analisi dettagliata della nuova canzone di Drko. Il cantante: "I contrasti sono un qualcosa che ho sempre ricercato..."

Drko

Estate Paranoia, il nuovo singolo di Lorenzo Passamonti, in arte Drko è uscito ieri ed è già uno dei brani più ascoltati del momento. Siete pronti a scoprire l’analisi della canzone?

“Non posso credere
Che Siamo di nuovo fuori
Hanno preso i tuoi giorni migliori?
Io invece ho già preso te
Che non sai mai smettere
Se fumi vuoi un mare di morsi
Rivoglio le scritte sui polsi”

Il cantante si sente, momentaneamente, fuori dalla realtà, in uno stato di derealizzazione. Si rivolge, poi, ad un’anima che abbraccia e le chiede, quasi sottovoce, se hanno preso i suoi giorni migliori.

La sua mente è lontana mentre i suoi battiti si dirigono verso potenti manifestazioni d’amore quali “morsi” e “scritte sui polsi”. La dolcezza derivante dallo stato di perdizione si contrappone alla visceralità del sentimento, che resta impressa sulla pelle, come un marchio indelebile ed eterno.

“Quella maglietta grigia
La voglia di volare via lontano

Vorrei vorrei vorrei”

Lo sguardo si focalizza su un’immagine visiva: “quella maglietta grigia” che entra in netto contrasto con una tacita voglia d’estate. È quasi come assaporare il profumo di una sensazione “borderline”, a metà tra l’oscurità e la luce.

“Fare solo un’altra pazzia
Un altra estate paranoia
Se trovo in mare una bottiglia ci
metto dentro tutta la pioggia
E se la tua mano sulla mia
Fanno un estate paranoia
Prenderemo il codice penale e ci
scriveremo sopra questa storia”

La freschezza dell’estate si coniuga alla paranoia di una ripetizione indolore e monocromatica. L’azzurro del cielo estivo entra in loop e bacia i pensieri, riconducendoli quasi ad uno stato di perenne e leggera euforia.

La magia di una bottiglia trovata in mare si sposa alla protezione atavica e metafisica della pioggia, culla puntuale per le anime in tempesta. Il “codice penale” è razionale ed entra nettamente in contrapposizione con “questa storia”, che risulta essere in bilico, sorretta a malapena da un equilibrio onirico, iridescente.

“E finisce un po’ sempre così
Che la mattina chiudiamo le porte
Anche se hai sonno scopiamo 6 volte
La gente ti vuole sempre più forte
Ma allora non era la tua
Ma allora non era la tua”

In estate il tempo si ferma, tutto si confonde e tutto si lacera. Per ritrovarsi sono necessari i contrasti, un puro connubio di “Eros” e “Thanatos”. La notte è ormai lontana e la mattina regala ai visi un sonno dolce che non impedisce alla passione di prendere il sopravvento. La tenerezza derivante dal torpore entra in antitesi con un’unione carnale e devastante. In questo momento non è necessario essere forti, non è necessario essere “pronti” e “preconfezionati per uso sociale”.

Queste ore sono totali e silenziose ed hanno un solo auspicio: il sogno di un amore che permetta di abbassare le armi e di denudarsi per poter essere, finalmente, sé stessi.