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In tutti gli stabilimenti ex Ilva è scattato lo sciopero. Dalle 7 di stamattina, è scattata la mobilitazione in solidarietà dei lavoratori di Taranto, dopo la decisione di ArcelorMittal di non rispettare gli accordi. I lavoratori iscritti alla Fim hanno già scioperato fino alle 15 del 7 Novembre. Lo sciopero di oggi, che investe i tre turni di lavoro, è stato indetto da FIOM e UILM che hanno atteso l’incontro tra governo e sindacati prima di proclamare la mobilitazione.
“Le organizzazioni sindacali nazionali di Fim, Fiom e Uil dichiarano intollerabile quanto emerso dall’incontro di mercoledì tra il Presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di disimpegno dagli stabilimenti dell’ex Ilva annunciata il 4 novembre. La multinazionale ha posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del Piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a quattro milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5 mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno a lavoro dei 2 mila attualmente in amministrazione straordinaria.” Questo il comunicato unitario di Fim, Fiom e Uil.
Intanto, dalla partita di una nuova possibile acquisizione si chiama fuori il gruppo indiano Jindal, che nega un interesse per gli asset dell’ex Ilva. Anche alla luce del venir meno di questo piano B, Luigi Di Maio, che da ministro del MISE si era occupato della questione Ilva, è categorico: “La vecchia cordata non esiste più e dobbiamo obbligare Arcelor Mittal a restare a Taranto. Stiamo riparlando di Ilva perché Arcelor Mittal si sta rimangiando l’accordo. Chiedere di andare via da Taranto è un’azione inaccettabile che non è presupposto per il dialogo. Mettere sulla strada 5.000 persone mi sembra assurdo.”
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