L’avvento della crisi pandemica e dell’emergenza sanitaria a livello globale hanno acceso un nuovo campanello d’allarme nei confronti della diffusione sempre più capillare di fake news.
Nel corso degli ultimi mesi, infatti, si è assistito a una proliferazione incontrollata di disinformazione sanitaria e manipolazione dell’opinione di gruppi più o meno “fragili” di fronte a news dalla dubbia, o inesistente, affidabilità scientifica.
La piaga delle fake news è emersa prepotentemente all’interno di discorsi su libera informazione e propaganda tendenziosa grazie a scandali internazionali come quelli di Cambridge Analytica e le elezioni di Donald Trump negli Stati Uniti: per la prima volta l’opinione pubblica è in grado di valutare la portata e l’impatto della disinformazione sulla vita quotidiana.
Per contrastare e limitare efficacemente notizie potenzialmente dannose per la salute dei cittadini, specialmente in un momento di forte crisi come quello attuale, la Commissione Europea ha deciso di aggiornare i propri strumenti di monitoraggio e contrasto.
In Italia sono previste dalla legislazione numerose conseguenze penali per chi decida di manipolare e convogliare a scopi commerciali o politici l’opinione pubblica, soprattutto quando la notizia in questione non possegga alcun fondamento.
Questi alcuni dei reati previsti dal codice penale:
A partire dal 2018, anche l’Unione Europea inizia ad attuare un nuovo protocollo per la supervisione e la salvaguardia della libertà d’informazione e la lotta alle fake news: la Commissione Europea, in particolare, si dedica alla creazione di un Codice di buona condotta sulla disinformazione nel nome dell’autoregolamentazione.
Sono 5 le aree toccate dal Codice, un testo unico nel suo genere per estensione e coinvolgimento:
Un successivo sviluppo all’interno delle pratiche comunitarie arriva nel marzo 2019, grazie a un nuovo sistema di allarme rapido sui fenomeni di disinformazione: uno strumento volto a garantire a istituzione governi di poter rispondere in modo coordinato alle campagne di fake news straniere.
Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha però innalzato un nuovo, grande ostacolo verso un controllo sempre più preciso della qualità dell’informazione. Per questa ragione, il 26 maggio 2021, la Commissione pubblica un documento dal titolo: “Orientamenti della Commissione europea sul rafforzamento del codice di buone pratiche sulla disinformazione”, con l’obiettivo di colmare alcune lacune del Codice emerse nel corso dell’emergenza globale.
Le principali modifiche da apportare sono:
L’obiettivo del Codice elaborato dalla Commissione Europea, e delle sue fondamentali migliorie, è quello di tutelare il diritto all’informazione e alla diffusione di un giornalismo attendibile e verificato, supportando anche la popolazione nell’intricato e spesso ingannevole mondo del web.
Un sistema volto a sviluppare un monitoraggio capillare ed efficace e una maggiore consapevolezza informatica dei cittadini europei. In questo modo l’Unione punta a proteggere le fasce più esposte al rischio di disinformazione e manipolazione dell’opinione a scopo economico e politico.
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