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Un gruppo di ricercatori dell’Università Tor Vergata, guidato dal genetista Giuseppe Novelli, ha portato all’attenzione della comunità scientifica due nuovi farmaci contro il Covid-19: il primo è un anticorpo monoclonale che agisce direttamente sulla proteina Spike del virus, l’altro è invece un composto (peptide) che mira ad uno dei co-recettori del virus.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cells (Mdpi) e finanziato dalla Fondazione Roma e il Ministero Università e Ricerca, ha visto anche l’apporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell’organizzazione sanitaria no-profit americana Renown Health, di Reno.
La sperimentazione dei due nuovi farmaci contro il Covid – 19 è stata condotta a partire da mini-polmoni (organoidi) ottenuti grazie all’impiego in laboratorio di cellule staminali non embrionali.
Si tratta di una tecnica per molti versi rivoluzionaria, poiché di solito i virus vengono studiati a partire dalle colture di cellule animali: nel caso dei mini-polmoni, infettati con SarsCov2, è stato invece possibile osservare direttamente cosa accade all’organismo quando entra in contatto con il virus: comincia a produrre una quantità incontrollabile di citochine e chemochine, inducendo una risposta immunitaria che può rivelarsi letale.
Gli anticorpi monoclonali e i peptidi, alla base dei due nuovi farmaci contro il Covid-19, agiscono proprio in questo senso: bloccano la produzione di citochine e chemochine impedendo al virus di entrare nei polmoni.
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