Farmaci falsi sempre più diffusi nei paesi in via di sviluppo
Secondo una recente ricerca, il commercio di farmaci falsi e contraffatti starebbe prendendo piede soprattutto nei paesi in via di sviluppo
Il fenomeno dei farmaci falsi e contraffatti affligge da anni i sistemi sanitari di tanti paesi. Si tratta di prodotti che non seguono precisi standard di produzione e stoccaggio e che, per questo, hanno prezzi e qualità notevolmente ridotti. A dimostrarlo, è stata una ricerca condotta dagli studiosi del Università della Carolina del Nord con sede Chapel Hill. In questo studio viene dimostrato come un’elevata percentuale di prodotti non idonei sia attualmente commercializzata, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Si tratta, per lo più, di antimalarici e antibiotici.
Nei paesi in cui il reddito è medio-basso, la percentuale di farmaci contraffatti arriva ad occupare il 13% del mercato. Mentre, analizzando la situazione specifica in Africa, la percentuale sale al 19%.
Sachiko Ozawa, professore associato presso la University of North Carolina a Chapel Hill nell’UNC. Eshelman School of Pharmacy, nonché coautore dello studio, afferma: “La prevalenza di farmaci scadenti e contraffatti è un problema sostanziale di salute pubblica perché questi farmaci possono essere inefficaci o dannosi e possono prolungare malattie, causare avvelenamento o portare a pericolose interazioni farmacologiche“. Prosegue poi: “Il nostro studio dimostra che è necessario uno sforzo globale concertato per migliorare la gestione della catena di approvvigionamento per i farmaci e per identificare soluzioni a questo problema sottovalutato“.
I danni provocati dal fenomeno
Le analisi condotte hanno stimato un danno del mercato che varia tra i 10 e i 200 miliardi di dollari. Inoltre, gravano ulteriormente sul sistema sanitario poiché richiedono cure aggiuntive a causa degli effetti collaterali.
Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, afferma che il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principio attivo, il 20% ne contiene quantità sbagliate, il 21,4% è composto da ingredienti errati, il 15,6% ha corrette quantità di principi attivi ma un packaging falso e l’8,5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti.
È auspicabile, quindi, che gli Stati sovrani prendano coscienza di questi dati al fine di collaborare per la realizzazione di leggi atte a ridimensionare il fenomeno dei farmaci falsi.
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