18 Maggio 2020 - 10:17

Fase 2, cosa cambia in Lombardia rispetto ad altre Regioni

milano Fase 2

La Fase 2 in Lombardia parte con regole più stringenti:  tra aperture scaglionate per l’impianto museale e difficoltà per i gestori di negozi a reperire dpi

Nel Dpcm presentato in conferenza stampa sabato scorso, il Premier Giuseppe Conte ha previsto per le Regioni, in base al quadro sanitario di riferimento, la possibilità di restringere le maglie della riapertura. E così ha fatto la Regione Lombardia, per la quale la Fase 2 inizia nel segno di regole più stringenti rispetto al resto del Paese.

Tre sono le principali novità rispetto al quadro nazionale: le palestre, le piscine e gli impianti sportivi (che in tutta Italia riaprono il 25 Maggio) in Lombardia riapriranno il primo Giugno; se poi nel resto del Paese la misurazione della febbre ai clienti e ai lavoratori delle attività che riaprono è consigliata, in Lombardia è obbligatoria, nella fattispecie per operatori e clienti dei servizi di ristorazione (la soglia “limite” è sempre quella dei 37,5).

Infine, su tutto il territorio lombardo è fatta necessità indossare le mascherine anche all’aperto.

I musei

Più complicata la ripartenza dell’impianto museale della Regione Lombardia: sul territorio, di fatto, l’unico museo ad iniziare oggi la sua Fase 2 è il Podi-Pezzoli. Tutti gli altri, per i quali si pensava ad una riapertura sperimentale da domani poi slittata a lunedì 25 Maggio. Entro Giugno anche la Triennale riaprirà, con il Giardino e il Museo del Design Italiano, così come la Fondazione Prada.

Per quanto riguarda invece il Museo della Moda e della Tecnologia, il direttore Fiorenzo Galli fa sapere che attualmente non ci sono le condizioni per la riapertura“Ma stiamo lavorando a numerose novità, preparandoci a scenari operativi significativamente diversi da prima”.