La tanto richiesta unità nazionale, per quanto riguarda le scelte di contenimento del contagio, è sempre più incrinata. Sono sempre di più, infatti, i governatori di Regione ad alzare la voce e a chiedere più autonomia per le riaperture delle attività.
E’ di ieri la decisione del Friuli Venezia Giulia di bruciare i tempi e riaprire, da lunedì, tutti i negozi , anche i parrucchieri, se rispettano i protocolli di sicurezza . Stessa cosa in Liguria e Veneto, con il governatore Luca Zaia sul piede di guerra contro le decisioni del Governo sui tempi di riapertura: “Pronto ad aprire tutto e subito. Per noi il primo giugno è ‘un’era glaciale’: è assolutamente inopportuna. Che il capro espiatorio di questa partita sia la parrucchiera o il barbiere mi pare assurdo.”
Anche Toti in Liguria pronto a forzare la mano: “Finiamola con questo tira e molla dichiara Giovanni Toti il premier Conte cambi le leggi e noi Regioni siamo pronte. La Liguria non può più aspettare. Domenica farò una nuova ordinanza per consentire a molti locali di riaprire”. A frenare è invece inaspettatamente il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: “Se le cose non peggiorano si potrà valutare l’ipotesi di riaprire, altrimenti bisognerà andare molto più cauti.”
Francesco Boccia, ministro delle Autonomie, rimane però fermo a ribadire di voler procedere ad aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni dei dati epidemiologici.
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