13 Luglio 2016 - 17:09

Fede’n’Marlen, tra libertà e musica

fede'n'marlen

Fede’n’Marlen sono Federica Ottombrino (voce, fisarmonica e chitarra) e Marilena Vitale (voce e chitarra), due ragazze napoletane e la loro musica che parla di emozioni semplici e libere da ogni tendenza. Fede’n’Marlen si raccontano a ZON.it

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 Fede’n’Marlen debuttano a livello nazionale con il loro primo EP, intitolato ‘Stalattiti‘. Da qui inizia un tour di due anni in giro per l’Italia, con ben 200 concerti che le porta a distinguersi sul territorio napoletano. Federica e Marilena trattano una musica libera, nuda da ogni tipo di influenza commerciale, proteggendo il fascino e la bellezza degli strumenti acustici e tradizionali.  La voglia di trasmettere al pubblico il loro modo libero e personale di fare musica si trasmette nel secondo album, ‘Mandorle’.

fede'n'marlenAvete iniziato un percorso musicale che vi ha portato alla realizzazione di due EP intitolati “Stalattiti” e “Stalattiti live”.  Come nasce questa esperienza?

Marilena: Stalattiti è una sorta di presentazione della nostra esistenza al pubblico, non avevamo un nome, eravamo semplicemente io e lei , senza una preparazione di base o altre persone che ci aiutassero ad arrangiare. Ci siamo trovate in questo studio a registrare queste poche tracce, così come le avevamo provate a casa, nella stessa maniera abbiamo registrato ‘a nudo’. Tutto è successo spontaneamente e questo EP ha avuto 1500 copie, e ci siamo ritrovate le recensioni di grandi giornali di musica e non solo come ‘Rock it’ oppure ‘Il Mattino’. È stato un inizio particolare direi, azzardato.

Come avete iniziato a vendere le vostre prime tracce?

Marilena: Ai concerti oppure su Spotify, ci siamo autodiffuse perché abbiamo suonato  tanto e quindi questa cosa ci ha fatto avere molta più consapevolezza di quello che stavamo facendo. Siamo arrivate a  credere che una passione può diventare  anche un lavoro , e che infine ci ha portato a un tour della durata di due anni.

fede'n'marlenFederica: tuttavia i nostri tempi sono stati veloci. Da essere conosciute solo nella tua città fino ad essere ascoltate in tutta Italia, ci abbiamo impiegato poco tempo. E le persone hanno sentito qualcosa e  apprezzato questa semplicità assolutamente scarna, senza alcuna preparazione, nuda e libera.

A proposito della vostra musica, a quale genere vi ispirate?

Federica : noi all’inizio giocavamo sull’ambiguità della parola ‘genere’, perché oltre al genere musicale c’è il genere sessuale, e noi rispondevamo che il nostro genere era femminile plurale, non come una rivendicazione della donna ma semplicemente inteso nel suo significato più profondo del genere femminile, la cura e la sensualità. Plurale perché noi siamo in due,  c’è una dualità musicalmente ed è un principio che a noi piace ribadire. Ogni cosa ha due facce.  In ogni pezzo, in realtà, ci sono due canzoni, una di Merilena e l’altra, la mia. Poi per il genere per adesso ci riteniamo indipendente, ma in realtà non abbiamo alcun genere, siamo semplicemente libere.

Eppure voi scrivete testo e musica. Potreste collocarvi nella musica d’autore, di genere cantautorale.

Marilena: non tutti quelli che scrivono canzoni sono cantautori, come non tutti quelli che scrivono delle strofe sono poeti. Il cantautore porta una visione della realtà, non subisce influenze commerciali.

Bene, avete fatto intendere la distinzione tra cantautore e poeta, una cosa molto importante nella musica  che ti fa capire bene cos’è l’artista, un po’ cantautore un po’ poeta, anche se dipende da cosa si vuole trasmettere.

Marilena: Da cosa si vuole trasmettere , ma soprattutto dipende da chi sei realmente.

Le vostre influenze sono sudamericane, ho letto, per non parlare dei testi in napoletano che inserite nei vostri pezzi, come ad esempio Lunares , Corallo, Sanità, Fragile.

Federica: anche questo ha a che fare con la nostra natura e quella napoletana ci attraversa totalmente, perché  viviamo a Napoli e perché ascoltiamo persone che cantano in napoletano tutto il giorno e noi assorbiamo tutto questo. Ed effettivamente ci sono delle cose che pensi in napoletano e ti viene difficile tradurle in italiano, e noi le lasciamo così.

Marilena: a me piace tanto ad esempio inserire delle lingue straniere nelle canzoni, non so perché. Non penso a cosa può piacere al pubblico ma semplicemente cerco di attingere dalla mia vita, da sé e non dalla moda. Tutto ciò che noi abbiamo portanto nella nostra musica viene da prima che noi diventassimo musiciste affermate, e niente è studiato. Non è facile non cadere  nella moda del momento.

fede'n'marlenIl 14 luglio verrà presentato il vostro nuovo album ‘Mandorle’,  è la continuità di Stalattiti o un nuovo inizio?

Federica: più che un nuovo inizio è una nuova faccia, rifacendomi ai dualismo di cui parlavamo prima. In Stalattiti c’è l’essenziale, la nudità delle nostre canzoni, mentre nel nuovo c’è una preparazione.

Marilena: ora sappiamo che in Mandorle ci sono più caratteri, non siamo solo io e lei, ora c’è anche un violoncellista Arcangelo Michele Caso, ci sono più persone che hanno lavorato su ogni singola nota di ciascun pezzo.  Per Il nome dell’album siamo rimaste nella natura del nostro essere, la mandorla è l’unione di due cerchi, due mondi che siamo io e lei.

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