Mai sentito parlare della cosiddetta “situazione di stallo”? In politica, solitamente, quando c’è una situazione di stallo, è solamente perché ci si sta per preparare per un terremoto. Una sorta di quiete, ma prima della tempesta. Questa è la situazione che sta vivendo, ad oggi, la Germania, dove Angela Merkel rischia il tracollo storico insieme al suo grande alleato, il CSU. E la Baviera in questo caso diventa fondamentale.
Tutta Berlino, dalla cancelleria ai localetti di Kreuzberg, in queste ore guarda a Monaco. Perché quello che domenica uscirà dalle urne in Baviera potrebbe tramutarsi in un’onda d’urto capace di impattare con furore sulla politica nazionale. Oltre 9 milioni e mezzo di elettori vanno al voto. I sondaggi, però, mai come in questo caso stanno balzellando da una parte e dall’altra, indecisi al massimo su chi effettivamente potrebbe tentare il colpo gobbo.
Si parla di una crisi di autogoverno. Infatti, le ultime rilevazioni importanti sulla politica tedesca danno la CSU, partito ‘fratello’ bavarese della CDU di Frau Merkel, intorno al 34% dei consensi. In pratica, la maggioranza assoluta non è minimamente raggiunta. Anzi, l’alleanza sprofonda e perde oltre 15 punti rispetto al 47,7% che cinque anni fa le garantì la maggioranza assoluta.
Detta di questa sconfitta annunciata, che era solamente una mera formalità nel caos temporale, c’è un altro dato che è davvero sorprendente, per cui la Germania va in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei. Ad avanzare non è, come si potrebbe facilmente pensare, l’ultradestra, bensì una grande sorpresa: i Verdi.
La formazione medioprogressista garantirebbe nuovamente la leadership al centrosinistra, che vedrebbe la sua sconfitta respinta, e con essa anche il tentativo di avanzata dell’AfD, l’ultradestra tedesca. E qui diventa fondamentale la Baviera, come regione strategica.
A questo punto, se in Baviera vincessero i Verdi, la situazione ipotizzata solo un mese fa viene completamente ribaltata. Sulla carta, infatti, le possibili alleanze e le possibili coalizioni che potrebbero essere create raggiungono vette inimmaginabili. In primis, quella più ipotizzabile (e forse, tutto sommato, la più adatta) sarebbe quella formata da Csu e Verdi, per un Governo molto variopinto.
Insomma, in realtà, prendendo come campione l’Italia, si ripeterebbe quel famoso Patto Del Nazareno coniato nel 2013 tra PD e Forza Italia. O, restando in tema più attuale, il sistema del Governo odierno, formato da due partiti come M5S e Lega che, a dirla tutta, della loro matrice base condividono ben poco. Anche in Germania, dunque, si rischia il cosiddetto “Governo Frankenstein“, un mostro che non avrebbe né senso, né capo, né coda.
Altra ipotesi da considerare può essere quella di un’alleanza delle due compagini con i Liberi Elettori (Freie Wahler). Questi ultimi sono dati al 10% e permetterebbero comunque di formare un Governo saldo. La cosa clamorosa, il più grande ostacolo da affrontare (quasi insormontabile), però, sarebbe l’esclusione dell’area cristiano-sociale. Quasi sicuramente la Cancelliera Merkel non cederà la leadership così facilmente, per una delle donne più potenti d’Europa sarebbe un colpo durissimo da accettare.
D’altronde, però, la CSU punta il dito contro le polemiche e le continue crisi interne alla Grosse Koalition. Ampie fette del partito hanno criticato la premier tedesca proprio per aver tralasciato, fin troppe volte, l’area democratica del Governo, improntando le scelte a favore proprio della CDU. Angela Merkel ha lasciato scoperto troppe volte il “fianco destro”, e ad oggi c’è addirittura chi ipotizza che potrebbe tentare l’incredibile alleanza con i neonazisti dell’AfD.
Ipotesi che, ad oggi, però, sembra destinata a restare chiusa nel cassetto, dato che rappresenterebbe un colpo basso sia all’immagine che alla credibilità della Cancelliera.
Il potere delle donne, nonostante il terremoto della Merkel, sembra non essere destinato a svanire. Oltre al possibile “cappotto” in Baviera, il partito dei Verdi può guidare su una guida carismatica almeno quanto la Cancelliera: Katharina Schulze.
La leader, giovanissima (33 anni) ma non per questo non capace o inesperta, promette di essere il nuovo faro della Germania, una nazione che si deve rinnovare. La possibile performance dei Verdi passa soprattutto da lei, dalla sua voglia di fare che potrebbe imbrigliare gli elettori tedeschi e porli sotto la sua ala, seguendo il cammino analogo di Luigi Di Maio in Italia.
Questa netta inversione di tendenza, la sua contrapposizione con la Merkel, al potere da troppo tempo, potrebbe favorirla. Per far ciò, però, la Schulze potrebbe puntare su una coalizione con Spd, i liberali dell’Fdp e i Freie Wahler. In questo modo, garantirebbe una sorta di trasversalità, superando la vecchia dicotomia destra-sinistra.
L’obiettivo è incarnare una società sempre più cosmopolita, moderna e aperta. L’AfD, in tutto questo, tace, perché guarda con ansia alla prospettiva di essere sotto osservazione da parte dei servizi d’intelligence interni. Nella SPD, invece, premono le seconde file, a cominciare dal capo dei giovani socialisti Kevin Kuehnert.
Insomma, tutto porta a pensare che la strada, per la Schulze, dovrebbe essere apertissima. Una nuova ventata di freschezza e di energia sta per abbattersi in Germania. E non è escluso che la Baviera faccia da prototipo alla politica nazionale, o addirittura a quella europea. Gli scossoni ci saranno, tenetevi forte e allacciate le cinture.
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