17 Luglio 2017 - 18:30

Giffoni Experience 2017, Levante incanta

Levante

Levante è stata ospite della Masterclass della quarta giornata del Giffoni Experience 2017. La cantante ha anche raccontato la storia della hit “Alfonso”

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Ospite della nuova e speciale Masterclass della quarta giornata del Giffoni Experience la cantautrice siciliana Levante. La musicista ha incontrato i ragazzi per rispondere alle loro domande durante una conferenza di circa un’ora.

Levante catalizza l’attenzione del pubblico con grazia ed eleganza. E’ gentile, mai esagerata e ringrazia tutte le persone che le rivolgono una domanda. Molte di queste si sono incentrate sulla musica, sul suo percorso e sulla sua scelta di non affidarsi ad alcun talent. “La musica indipendente, come la intende il pubblico oggi, non esiste.” – ha esordito la cantante – ” Vengo definita indipendente perché ho fatto tutto da sola, scegliendo di non passare da un canale televisivo, ma non è questa la vera accezione di “musica indipendente”. Molte volte essere indipendenti per la gente significa anche non essere costantemente al primo posto in classifica e fare musica più di nicchia, anche se anche questo è un concetto secondo me da ridefinire”.

Il rapporto con la musica

Sull’industria che inghiottisce sempre più il mondo della musica, Levante afferma: “Dipende dalle tue aspirazioni. Io volevo far musica, non diventare famosa. Senza ipocrisie ti dico che le vendite interessano a qualsiasi cantante che con la musica paga l’affitto, ma è anche vero che c’è modo e modo di fare il proprio lavoro. La gente riconosce le cose sentite e risentite, per quanto possa esserne entusiasta ad un certo punto si scoccia. Io sono entrata in classifica sempre con brani che sentivo miei, scritti da me, che non reputo di bassa qualità. Se domani decidessi di voler diventare veramente ricca, probabilmente comincerei a produrre un tipo di musica in cui non mi riconosco, magari scadente, che arriva alle vette delle classifiche più facilmente”.

Non si è discusso solo di canzoni, ma anche di libri. Il processo di scrittura è stato quindi analizzato da più punti di vista e la cantautrice ha raccontato anche le difficoltà avute nella scrittura del suo primo romanzo, “Se non ti vedo non esisti”. “Scrivere una canzone di tre minuti per me è molto più facile che scrivere un romanzo. Appena ho iniziato a scrivere “Se non ti vedo non esisti”, l’ho subito accantonato per poi riprenderlo in un secondo momento. Non ho voluto modificare niente della mia scrittura né semplificarla, perché volevo che la gente mi riconoscesse”

La storia di “Alfonso”

In chiusura ha anche svelato la storia del brano che l’ha resa famosa, “Alfonso”, hit ascoltatissima nell’estate 2013.“In realtà quella è una delle canzoni più tristi che io abbia mai scritto” – spiega – “ero arrivata a 24 anni senza aver realizzato il mio sogno, passavo le mie giornate in un bar a fare caffè e cappuccini. Una sera ho incontrato un ragazzo che non vedevo da tanto e gli ho domandato cose sulla sua vita. Lui mi ha risposto di sentirsi benissimo, di sentirsi realizzato e di essere felice e tutte le persone attorno a me sembravano sentirsi come io non ero mai riuscita a sentirmi fino a quel momento. Da lì la canzone che poi per il pubblico ha assunto un altro significato, ma questo è il bello della musica: cambia il senso ad ogni ascolto”.

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