29 Giugno 2020 - 12:33

Il gioco d’azzardo in Europa: un viaggio tra normative efficienti e altre obsolete

gioco

Il gioco d’azzardo rappresenta una voce molto importante nei bilanci di molti Paesi europei, soprattutto nella sua declinazione online

Nonostante questo però, ad oggi non è ancora stata definita una normativa unitaria per il gioco, permettendo alle varie Nazioni di agire come meglio credono. Questo ha inevitabilmente generato confusione nel vecchio continente, e a pagarne le spese purtroppo sono i consumatori, nonché gli operatori stessi del mercato. In questo articolo faremo quindi una panoramica sulle normative europee per le scommesse e il gioco d’azzardo in generale.

Gioco d’azzardo e normative: i paesi più avanzati

Abbiamo detto che la situazione europea circa le normative del gioco d’azzardo non è uniforme, a causa dell’assenza di una linea comune. Questo ha portato alcuni Paesi ad essere più lungimiranti ed efficienti di altri, quindi a produrre una legislazione in grado di valorizzare un mercato che muove tantissimo denaro e crea molti posti di lavoro. Tra le Nazioni più avanzate in tal senso, dobbiamo citare la Gran Bretagna, nonostante la sua recente uscita dalla Comunità Europea.

La legislazione del Regno Unito è decisamente liberale, ma allo stesso tempo è stata disciplinata in maniera molto rigida l’attività del gioco d’azzardo. La supervisione del settore è affidata alla UK Gambling Commission, che tra gli altri ha un preciso compito: il rilascio delle licenze. Tali licenze saranno ottenibili dagli operatori solamente a patto che vengano soddisfatti alcuni requisiti fondamentali, in tema finanziario ma anche di onorabilità. In altre parole, oltre a dover fornire precise garanzie, le società devono essere pulite anche sotto l’aspetto penale.

Un altro paese che si sta muovendo molto bene nella regolamentazione del mercato delle scommesse e del gioco d’azzardo, è la Danimarca. Il Paese introdusse qualche anno fa, non senza perplessità da parte degli altri Stati Membri, il registro di autoesclusione, per tutelare i soggetti più deboli e arginare il fenomeno della ludopatia. In altre parole, viene concessa al consumatore la possibilità di autoscludersi in via temporanea o permanente dalla possibilità di giocare. Questo semplice accorgimento ha valorizzato il mercato, perché vogliamo ricordare che sotto accusa non è il gioco d’azzardo sotto l’aspetto ludico, ma solamente gli eventuali abusi che di questo si possono fare.

Gioco d’azzardo in Europa: le normative sfavorevoli

Dall’altra parte della barricata troviamo le normative sfavorevoli di alcuni Paesi Europei sul gioco d’azzardo. Ci troviamo esattamente sul versante opposto, perché le legislazioni in questo caso risultano eccessivamente restrittive sia per i consumatori che per gli operatori del mercato. Prendiamo il caso della Francia, dove è presente il divieto per le società online di proporre gli stessi giochi d’azzardo tradizionalmente presenti nei casinò offline. In parole povere, in questo modo si permette la presenza di una sorta di monopolio in mano alla lobby degli operatori fisici. Una situazione simile non può che ripercuotersi sul consumatore, condizione comune tra l’altro a qualsiasi mercato del mondo.

Sul Web dunque, via libera solamente ai video poker ed alle scommesse sportive. Una situazione per certi versi simile in tema di concorrenza sleale tra gli operatori, è venuta a crearsi anche in Grecia. Il paese guarda al gioco d’azzardo più come un mero modo di fare cassa, che come ad un settore in grado di produrre posti di lavoro. Il costo delle licenze viene dunque tenuto eccessivamente alto, quindi si è creata una barriera d’accesso per i nuovi operatori del mercato, con possibilità economiche ben differenti da quelli già affermati.

L’Italia e il gioco d’azzardo

Il nostro Paese ad oggi si trova in una terra di mezzo per quanto concerne la normativa sul gioco d’azzardo. Siamo ancora in una fase di transizione, dove una parte di ciò che è stato fatto volge nella giusta direzione, e la restante parte deve essere invece ancora ritoccata. La parte positiva è l’aver affidato ad AAMS il compito di vigilare sugli operatori del settore, quindi di rilasciare le licenze. I siti AAMS dunque, possono considerarsi legali e sicuri. Sull’altro versante però, al momento c’è ancora confusione. Parliamo della possibilità per gli operatori, inizialmente negata dal Decreto Dignità, di sponsorizzare il gioco d’azzardo. Divieto che tra l’altro in un secondo momento è stato oggetto di ridimensionamenti proprio a causa dell’eccessiva severità del provvedimento.