17 Maggio 2019 - 13:07

Oggi ricorre la Giornata Mondiale contro l’omofobia. Vladimir Luxuria pubblica una foto simbolica

giornata mondiale contro l'omofobia

Oggi 17 Maggio è la giornata mondiale contro l’omofobia. Tra i personaggi che hanno voluto celebrare questa data c’è anche Vladimir Luxuria: “Mai dimenticare”

Oggi, 17 maggio, si festeggia la Giornata Mondiale contro l’omofobia, una ricorrenza molto rilevante, e quantomai necessaria. L’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti considerato a lungo l’omosessualità una malattia mentale, e per diversi anni dottori e specialisti in tutto il mondo hanno provato a “curare” uomini che amavano uomini e donne che amavano donne.

La svolta è arrivata proprio il 17 Maggio del 1990, giorno in cui l’Oms depennò l’omosessualità dalla lista. Da allora, amare una persona dello stesso stesso si considera una “variante naturale del comportamento umano”, recita la definizione dell’organizzazione. E la giornata contro l’omofobia, istituita dall’Unione europea proprio nel 2004, si celebra oggi proprio per ricordare questa data storica.

Molti Paesi, per anni, (alcuni come il Brunei ancora adesso) hanno considerato l’omosessualità come un reato o una malattia. L’Italia rinchiudeva le persone considerate omosessuali o che si dichiaravano tali in manicomio e molto spesso il ricovero dipendeva dalla volontà delle famiglie e del paziente. In generale, le persone che venivano internate non assumevano farmaci ma venivano sottoposte a ripetute violenze psicologiche tra cui l‘elettroshock. Le battaglie per i diritti delle persone omosessuali hanno portato a numerose conquiste ma purtroppo ancora molti Paesi mancano all’appello.

In occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia, Vladimir Luxuria ha dimostrato ancora una volta la sua grande forza schierandosi contro l’omofobia. Su Instagram ha infatti postato una foto che la ritrae qualche anno fa, quando era ancora “solo” Vladimiro. “Mai dimenticare chi ero ieri – ha scritto – per capire meglio chi sono oggi, mai dimenticare i lividi delle botte sul viso e le ferite del dolore sul cuore per gli insulti e le porte sbattute in faccia: queste cicatrici sono medaglie alla resistenza di chi non si arrende e continua a credere nella principale libertà: essere se stessi”.