“Se sono freddi la primavera sarà bella, se sono caldi, la primavera arriva tardi”: è questo l’antico adagio legato ai cosiddetti giorni della merla, per tradizione indicati con gli tre ultimi tre giorni di Gennaio che dovrebbero essere i più freddi dell’anno.
Certo, col tempo è diventato sempre più difficile credere a questa tradizione poichè il confine che separa le stagioni (dal punto di vista della temperatura) è diventato sempre più labile fino quasi a scomparire:quante volte ci è capitato di assistere a giornate caldissime in pieno inverno e ad un freddo fuori stagione quando il calendario imporrebbe gite fuori porta la domenica o costumi da bagno sotto l’ombrellone?
Ma quello su cui più ci interessa indagare in questo articolo, è la leggenda che sta dietro ai proverbiali giorni della merla: secondo le tradizioni più accreditate, il merlo in origine esibiva un candido manto bianco e, mentre il tepore primaverile si faceva strada, si divertiva a sbeffeggiare Gennaio che non era ancora riuscito a regalare “il grande gelo” che aveva promesso.
Gennaio si rabbuiò per la tracotanza del merlo e decise di fare mostra di tutta la sua potenza raggelando tutto proprio durante gli ultimi tre giorni. Il merlo, allora, trovò rifugio in un camino e ne uscì infine tutto nero, il suo colore oggi proverbiale.
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