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Era il lontano 12 maggio 1860 quando, al centro di napoli, tra il Palazzo Reale, il San Carlo e la maestosa Piazza Plebiscito, apriva i battenti lo storico Gran Caffè Gambrinus. Si tratta di un luogo simbolo della città di Napoli che nel corso degli anni ha fatto e attraversato la storia. Deve il suo nome al re delle Fiandre Johannus Primus, considerato patrono della birra, e fu un’idea dell’imprenditore Vincenzo Apuzzo. Caratterizzato da un inconfondibile eleganza tutta liberty, con affreschi ed opere d’arte di incommensurabile valore, il Gambrinus non rappresenta, quindi, un semplice bar dove assaporare il classico caffè napoletano e tanti dolci della tradizione, ma anche un luogo di ritrovo di intellettuali e artisti, che nel corso degli anni hanno varcato la porta.
A partire dalla consueta colazione del primo maggio da parte del Presidente della Repubblica, in passato ha offerto ospitalità a Marinetti, Benedetto Croce, Matilde Serao Oscar Wilde, Ernest Hemingway e Gabriele d’Annunzio che qui ha composto l’opera “A vucchella”. Ed è proprio tra queste mura che è nata la pratica del “caffè sospeso“: all’ingresso, in una grande caffettiera, è possibile lasciare scontrini di caffè pagati in modo tale da permettere anche a chi non può farlo, di gustare un buon caffè. La stessa pratica è stata adottata in molti altri bar a Napoli e in tutto il mondo.
Durante la seconda guerra mondiale, il Gambrinus ha subito una chiusura poiché tacciato di essere un luogo di ritrovo antifascista. Ma, a quanto pare, la moglie del Prefetto (il bar si trova nel Palazzo della Prefettura) non gradiva gli schiamazzi notturni provenienti dalla sala. Adesso, invece, anche lo storico locale ha subito gli effetti dell’emergenza sanitaria ma i festeggiamenti verranno comunque portati avanti in un video che verrà oggi pubblicato sul profilo ufficiale del Gran Caffè Gambrinus.
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