Il calcio italiano non può essere fermato: questo il pensiero di Gabriele Gravina, presidente della FIGC, in merito alla questione che è diventato dibattito nazionale da diverse settimane.
L’ex-presidente della Lega Pro – intervenuto in un meeting online organizzato dall’Ascoli Calcio – ha puntualizzato: “Finché sarò presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Stiamo lavorando per tutelare gli interessi di tutti, pertanto mi rifiuto di mettere la firma per il blocco totale“.
Gravina parla anche delle conseguenze in caso di chiusura anticipata dei campionati: “Il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni. Infine, se si ripartisse a porte aperte, la perdita sarebbe di 150 milioni, ma questa ipotesi non è percorribile in questo momento”.
Il presidente della FIGC ha tirato in ballo la decisione del Governo francese di fermare la Ligue 1: “Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso i partner istituzionali, FIFA e UEFA. In Francia è stato il Governo a stabilire ciò che avrebbe dovuto fare la Federazione. Noi dobbiamo fermarci definitivamente? Allora che lo faccia il Governo, ce lo imponga ma io non firmerò mai per il blocco dei campionati“.
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