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Non solo soldati e carrarmati: l’invasione in terra ucraina di Putin si dota di un particolare, e inusuale, strumento. Secondo quanto riferito da HI Sutton sul sito Usni.org, l’esercito russo disporrebbe nel Mar Nero di una vera e propria “truppa” di delfini, schierata a difesa della base militare di Sebastopoli.
Sembrerebbe, infatti, che questo mammifero marino possa essere addestrato per individuare ordigni e contrastare le incursioni sottomarine. Evidentemente spaventata da possibili attacchi da parte dell’Ucraina verso l’importante base di Sebastopoli, l’esercito russo ha deciso di porre questa nuova e particolare linea di difesa a salvaguardia dell’avamposto in Crimea.
Una pratica, quella dell’addestramento di delfini a scopo militare, che risalirebbe agli anni dell’URSS: sarebbe proprio l’ex Unione Sovietica ad aver sperimentato per la prima volta l’utilizzo di mammiferi marini all’interno di contesti bellici.
Non solo delfini però: sembrerebbe che nel Mar Artico anche balene e foche beluga siano state “arruolate” dall’esercito russo. Una vera e propria chiamata alle armi del mondo animale che sembrerebbe appartenere ad un futuro distopico.
Programma militare che non riguarderebbe solo la Russia: ci sarebbero altre potenze mondiali, come Stati Uniti, Israele e Corea del Nord, già impegnate nello sviluppo di medesime strategie militari
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