10 Aprile 2016 - 23:04

Iene, ospiti speciali i Neri Per Caso

Ospiti speciali a Le Iene, I Neri Per Caso

Ospiti speciali a Le Iene, i Neri Per Caso . La band salernitana veste i panni delle Iene per una serata

[ads1]

Ospiti speciali nella puntata delle Iene di questa sera, I Neri per Caso si sono esibiti nelle vesti di “Iene per caso” , intonando con il presentatore Fabio Volo, uno sfottò per Geppi Gucciari sulle note di Barbra Ann e hanno introdotto, allo stesso modo, un interessante servizio di Matteo Viviani: la storia di un giovane malato di Parkinson.

Se pensiamo al morbo di Parkinson lo colleghiamo ad un anziano che trema ma nella realtà non è così. Oggi in italia colpisce 50.000 giovani, come Max, colpito da questa malattia a soli 17 anni.

“Nel pieno dell’adolescenza quando ti vedono tremare con le dita, le mani, gli arti, pensano tu sia diverso” racconta Max, che solo dopo qualche anno decide di affrontare il problema, risultando come uno dei primi in Italia ad essere affetto da Parkinson giovanile.

Ospiti speciali a Le Iene, i Neri Per Caso

Ospiti speciali a Le Iene, i Neri Per Caso

Max cambia vita abbandona lo sport che ama e inizia convivenza con malattia, più cerca di non tremare e più trema. Fortunatamente, i medici trovano un cocktail di 12 farmaci per farlo stare bene, riesce a sposare la sua fidanzata Mary in Venezuela e riesce addirittura a lavorare fino a sera.

Dopo un po’ è costretto a sospendere i farmaci e la malattia va avanti, i risultati dei nuovi farmaci non danno speranze e Max viene licenziato trovandosi a 30 anni senza lavoro con la malattia che divide in due le sue giornate.

“Quando stai male ti senti un peso gli altri stanno male”, Max ha fatto di tutto per andare avanti non si sentiva utile. Voleva farla finita ma poi la vita l’ha voluta vivere fino alla fine.

Ha tirato fuori il coraggio e ha deciso di cambiare il suo atteggiamento mentale. Ha comprato una barca di seconda mano e ha iniziato a fare il pescatore e a vendere il pesce in un negozio vicino casa.

La sua faccia è cambiata, parte in quarta per iniziare la sua giornata. A vederlo non sembra affetto dalla malattia. “Se sta bene vuole fare da solo fin quando starà bene. Lui dice <<perché volete fermarmi? Finché sto bene lasciatemi fare>>”, queste le parole di sua moglie.

La forza e la determinazione che mette per fare questo lavoro lascia le Iene a bocca aperta. È uno dei più giovani pescatori, un lavoro che non cambierebbe con posto in banca.

Verso fine giornata Max comincia a tirare la testa indietro, i farmaci perdono l’effetto e lui sta male, ma non molla, va da solo finché ce la fa, senza chiedere né accettare aiuto.

È sempre arrivato a riva sano e salvo anche con difficoltà, ma i suoi movimenti si fanno sempre più rigidi.

Movimenti involontari, fatica a respirare, dolore..comincia la seconda vita di Max, visibile a tutti. Lui se ne frega si festeggia il compleanno di uno dei suoi figli e vuole esserci.

Trova sempre un modo per scherzare e sorridere nonostante il suo corpo vada nella direzione opposta. Prepara uno spaghetto con una sua ricetta segreta, arriva la torta e la malattia si fa viva: inizia il tremore, perde controllo dei movimenti, gli fa male la schiena, non riesce a parlare, anche fare un gradino è un traguardo immenso.

La sua malattia è un ciclo: la notte non dorme, e i dolori sono insopportabili. Le iene vanno via per lasciarlo riposare e tornano alle 5 di mattina per andare a tirare su le reti con il pesce. Max è in piedi, carico e prende le medicine che gli concedono poche ore di autonomia. Raggiungono la barca, lui è sereno nel lago e ansioso di tirar su le reti. Il suo non è un lavoro leggero, la fatica si fa sentire e i risultati scarseggiano ma lui continua senza mollare. I segnali sono chiari e le Iene con la scusa di provare a tirare la rete lo fanno riposare. “Cosa ci manca? Sei nel lago senza nessuno che ti rompe le scatole, c’è la natura..cosa vuoi di più dalla vita”. Queste le parole di Max che vive il suo lavoro come un momento per rilassarsi.

Arrangia facendo tutto a mano, tirando su le reti lentamente e senza fermarsi, fino all’ultima. Il lavoro è finito, come l’effetto delle medicine. Max a breve non si dovrà più preoccupare. Il dottor Angelo Franzini, direttore di neurochirurgia dell’Ospedale “Besta” di Milano ha parlato alle Iene di un’operazione il cui rischio è basso ma c’è e consiste nell’inserire dei fili facendo dei fori nella scatola cranica e collegarli ad un pacemaker. Lui non ha paura e vuole fare questo intervento che è stato già rinviato 3 volte.

Il dottor Francesco Dimeco spiega che i tagli alla sanità hanno fatto dimezzare il personale e in più, altre leggi impongono ai chirurghi dei turni di riposo obbligatori anche senza bisogno. Per loro è impossibile lasciare un paziente se sta male o un intervento che si prolunga nella durata, chi ci rimette è il paziente.

Max tra tre giorni entrerà in sala operatoria per continuare a spaccare il mondo senza cambiare mai il modo di vedere la vita e senza più sottostare alle leggi del corpo. “Siamo macchine perfette: si nasce, si vive e si muore, Matteo, non devi mai mollare. Non mi fa paura l’intervento, l’unica mia paura è di morire soffrendo” racconta Max e, se avesse a disposizione una lampada da strofinare per realizzare tre desideri gli basterebbe non far soffrire la gente e far star bene tutti, non parla di guarire: “Io la malattia me la tengo, oltre a me c’è altra gente che soffre o guariscono tutti o nessuno“.

[ads2]